Sergio Roveto, origini siciliane, dai fotoromanzi al teatro. Ruoli significativi nelle fiction televisive, “Vivere” e “Il bene e il male”. Tanta pubblicità televisiva. Il cinema giunge presto, ma è il regista Carlo Fusco che lo vuole protagonista in “Alcol”, “Nazi24” e poi  ancora protagonista per il produttore-attore italoamericano Salvatore Pate, controfigura di Robert De Niro e Al Pacino, nel film “Il valore della vita”.

Quando ci viene proposta l’intervista con l’attore Sergio Roveto, comprendiamo subito di avere una promessa del cinema, una vera scoperta, un personaggio che sarà una stella internazionale. Sergio si presenta a noi, umile e vero. Non riesce neanche a nascondere la sua emozione  nell’intervista-video, che gli chiediamo e che ci concede volentieri. I genitori purtroppo, li ha persi. Bello, atletico, voce  ammaliante e sguardo magnetico, un bruno, insomma, che ci rammenta i bronzi di Riace.   Nato ad Alessandria, figlio di papà piemontese, Enzo Roveto, volato in cielo alcuni anni fa. L’attore ha origini siciliane, perché la mamma, Eliana Duca, era nativa di Milazzo.  È indescrivibile percepire la commozione in un ragazzo, ormai cresciuto, parlare della sua mamma con così tanta dolcezza, persa due anni fa. Roveto attore prima di teatro, dove ha lavorato parecchio, si è fatto le ossa ed ha capito che era quella la strada professionale. Ha studiato dizione ed ha partecipato al Festival della Prosa a Roma. Ha fatto diversi master e scelto nella Scuola teatrale di Sergio Tofano. I suoi lavori sono presenti sul web e showreel. Ama molto il sud Italia, soprattutto la Sicilia, avendo lavorato circa 23 anni fa con una compagnia teatrale con cui girava lo stivale in lungo e in largo. Ricorda di aver fatto con essa delle rappresentazioni per le scuole, anche a Messina al “Teatro Domenico Savio”.

La sua storia parte dai fotoromanzi nel 1999 in “Grandhotel” e poi fino al 2006 in “Nous deux” in Francia. Qui incomincia a farsi conoscere al grande pubblico, per proseguire con il teatro, “L’uomo dal fiore in bocca”, “Quella brutta faccenda”, “ Il gran rifiuto”, “Processo a Martin Luther King” di F. Muller. Anche il cinema lo ha potuto ammirare in “Scherzi di gioia”, “Il gran rifiuto”, “A colpi di pedali”, “ Alcool”e “Nazi24” come protagonista, con la regia di Carlo Fusco. Ha lavorato per tanta pubblicità televisiva, diventando celebre anche per lo spot di automobili di livello internazionale. Ha inoltre appena terminato le riprese del Film, “Il valore della vita” con la regia di Carlo Fusco, scritto e prodotto dall’attore-regista italoamericano, Salvatore Pate, di Belmonte Calabro. Pate è stato la controfigura di due dei più grandi e amati attori della storia del cinema, Robert De Niro e Al Pacino.  Non è possibile, tuttavia, dimenticare che ha fatto parte del  cast di “Il Padrino 1 e Il Padrino 2”, capolavori del cinema mondiale. Si ricordano la “Trilogia del Padrino” di Francis Ford Coppola, “Quei Bravi Ragazzi” di Martin Scorsese, “Donnie Brasco”  di Mike Newel. Tanta gavetta, dove ha studiato, appreso ed emulato la tecnica professionale da chi gli ha fatto da maestro. L’artista che c’è in Sergio è emerso sempre, così come il suo lato tenero e geniale. Ecco che l’ultimo film  mostra il vero volto, quello di un uomo profondamente legato alla fede. Ci confida che è un credente, che ha varcato tante traversìe nella vita, come tutti. Non si vergogna di dire che prega e si affida a Dio. “Il valore della vita” è tutto ciò che fa abbandonare la rabbia e impulsività, per dare spazio alla positività, un film che parla della ricerca della spiritualità. Vorrebbe per il futuro meno invidia e sentimenti veri. Non programma nulla, in quanto gli interessa che al suo pubblico possa trasmettere emozioni sincere. Spera che dopo “ Il valore della vita” gli italoamericani possano volerlo in America. Proprio a loro comunica che ogni italoamericano è un grande, colui che ha avuto la forza di partire dalla patria, come hanno fatto i suoi parenti dalla Sicilia a Philadelphiao a  New York, mettendosi in gioco. Vorrebbe seguire le loro orme, cercando una crescita professionale oltre che economica. Non arrendersi mai, è il suo motto, come sono da esempio gli italoamericani  sono già emigrati negli USA.

A questo proposito è stato già ospite radiofonico del “Sabato Italiano”, trasmissione interplanetaria radiofonica di Radio Hofstra University, di New York, ascoltata in tutto il mondo, presentata dalla giornalista Host, Cav. Josephine Buscaglia Maietta. È stato l’attore italoamericano Salvatore Pate che lo ha messo in contatto con la Maietta, insieme al regista Carlo Fusco. La giornalista che lo ritiene un attore bravissimo lo ha presentato e fatto conoscere al pubblico radiofonico internazionale dall’Europa all’America fino in Australia. A tutti gli italoaustraliani trasferiti così lontano, l’attore afferma di ammirarli per il loro coraggio.  Non è facile uscire dal comfort, dal facile, come non è facile abbracciare un altro mondo. Ribadisce loro, tuttavia, di non cancellare mai nè la lingua, nè le tradizioni di un Italia che il mondo intero ci invidia e che la storia non dimenticherà mai.