Messina dice “No al Ponte”: manifestazione in piazza Lo Sardo contro il progetto faraonico.

Oggi, in piazza Lo Sardo a Messina, si è tenuta una manifestazione organizzata dal Coordinamento No Ponte per ribadire con forza il rifiuto al progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto e per raccogliere le firme necessarie e inviare una lettera al Presidente della Repubblica. Decine di persone si sono radunate sotto striscioni e cartelli che esprimevano chiaramente la posizione dei cittadini e dei movimenti ambientalisti: “Il futuro non si costruisce distruggendo il territorio” e “Il ponte è un’illusione, le vere priorità sono altre”.

Presente la Senatrice Barbara Floridia che ha affermato ai nostri microfoni: “no al ponte perché è un progetto farlocco, ha sessantacinque criticità significative ancora da risolvere – ed ha continuato – sono contraria alla presa in giro dei cittadini, non c’è nessuna volontà reale di costruire un ponte e intanto si sciupano risorse dello Stato”.

Sul palco a sostenere con veemenza la sua contrarietà a questo scempio Pietro Patti, segretario Cgil di Messina. Uno dei punti centrali della protesta riguarda le gravi fragilità del territorio siciliano e calabrese. Messina, in particolare, è una delle città italiane più vulnerabili dal punto di vista idrogeologico: il dissesto del suolo, gli smottamenti e le alluvioni sono problematiche ricorrenti. I partecipanti hanno sottolineato come enormi risorse economiche, destinate al ponte, potrebbero invece essere impiegate per interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio, per migliorare le infrastrutture esistenti e per potenziare i trasporti pubblici locali, ancora oggi insufficienti.

“Siamo stanchi di sentir parlare di un’opera faraonica che non tiene conto della realtà del nostro territorio”, “Qui a Messina mancano strade sicure, scuole adeguate e servizi di base. Investire miliardi in un ponte, mentre viviamo in un contesto fragile e precario, è un’assurdità.”

Daniele Ialacqua del comitato No Ponte Capo Peloro ha continuato: “il ponte non solo non si può fare, ma non si deve fare, perché sarebbe la pietra tombale sul nostro territorio.

I rischi del progetto del Ponte sullo Stretto

Il progetto del ponte sullo stretto, spesso propagandato come una grande opera strategica per unire la Sicilia al resto d’Italia, viene descritto dai manifestanti come una “cattedrale nel deserto”. Gli ambientalisti e gli esperti presenti all’evento hanno messo in evidenza alcuni dei rischi legati alla costruzione:

•Impatto ambientale: il ponte attraverserebbe una delle aree più sensibili del Mediterraneo, con conseguenze devastanti per la biodiversità marina e terrestre. La costruzione comporterebbe la distruzione di habitat naturali e l’aumento dell’inquinamento.

•Deviazione di risorse economiche: i fondi stanziati per il ponte rischiano di sottrarre risorse vitali ad altre priorità territoriali, come il potenziamento dei trasporti interni, la sanità e il contrasto alla povertà.

•Vulnerabilità sismica: lo stretto di Messina si trova in una zona ad altissimo rischio sismico. La costruzione di un’infrastruttura di tale portata potrebbe rappresentare un pericolo costante per la popolazione, sia durante i lavori sia una volta completata.

Una visione alternativa

I partecipanti hanno proposto una visione alternativa per lo sviluppo del Sud Italia e della Sicilia. Al centro di questa visione vi sono la tutela dell’ambiente, il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale e la valorizzazione delle risorse culturali e naturali.

“La Sicilia non ha bisogno di un ponte per risolvere i suoi problemi”, questo il messaggio forte e chiaro che tutti i presenti hanno espresso ognuno con parole diverse. “Abbiamo bisogno di investimenti veri, che guardino al futuro senza distruggere il presente. Solo così possiamo immaginare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.”

La manifestazione si è chiusa con l’impegno a proseguire la mobilitazione, portando il tema nelle piazze e nei luoghi di confronto pubblico. Sino al Mit.

La richiesta di piazza Lo Sardo è chiara: “no” al ponte e “sì” a un futuro che rispetti il territorio e le sue reali esigenze.