Ieri pomeriggio, la libreria Feltrinelli di Messina ha ospitato la presentazione del libro “La cura psicoanalitica”, opera del Dott. Benedetto Genovesi, psichiatra e psicoanalista, membro ordinario della Società Psicoanalitica italiana.

L’evento è stato moderato dalla Prof.ssa Lucia Tarro ed ha avuto come voce di spicco il Prof. Giuseppe Gembillo, ordinario di storia e filosofia presso l’Università di Messina.

Ha partecipato in veste di relatrice la Dott.ssa Maria Trimarchi, psichiatra e psicoanalista.  

Un’occasione unica per esplorare il dialogo tra discipline diverse, con un focus sul contributo che la psicoanalisi può offrire in un contesto interdisciplinare.

Quello che si vuole rappresentare nel libro è un dialogo naturale tra filosofia, fisica quantistica e neuroscienze, “ma si potrebbe anche aggiungere – ha sottolineato Genovesi – la letteratura, la psicoanalisi. Tali discipline che si pongono diverse questioni importanti dell’esistenza, in qualche modo finiscono poi per confluire in una piazza comune, finiscono per incontrarsi in un punto comune e dialogare in maniera spontanea, naturale”.

La relazione è il cuore de “La cura psicoanalitica” e questa stessa relazione può essere estesa al confronto tra saperi. Il libro, infatti, pone l’accento sulla relazione primaria quella tra madre e bambino per poi arrivare alle relazioni successive, anche la relazione “analizzando-analista”.

“L’originalità di questo lavoro – ha sottolineato il Prof. Gembillo – consiste nel ripensamento delle fondamenta della psicoanalisi, nata sull’onda della scienza classica, metodologicamente legata al meccanicismo classico e che adesso deve fare inevitabilmente i conti con le rivoluzioni scientifiche che nel 900 hanno cambiato totalmente l’idea di scienza. C’è un problema di revisione metodologica soprattutto a partire dalla rivoluzione operata da Werner Karl Heisenberg che parla di relazione fra soggetto e oggetto e nella psicoanalisi il tema della relazione, a partire dal rapporto madre-bambino, è fondamentale. Quindi è un libro che si presenta come una sorta di manifesto, un invito alla transdisciplinarità nell’ambito della psicoanalisi e delle psicologie in generale”.

Durante l’incontro è stato posto l’accento sul dialogo tra psicoanalisi e scienze cognitive, evidenziando come le recenti scoperte delle neuroscienze possano integrare e ampliare le ricerche. La transdisciplinarità non è solo auspicabile, ma necessaria, per sviluppare una comprensione più completa dei processi mentali. Il lavoro sinergico tra neuroscienze, filosofia e psicoanalisi apre a nuove prospettive nella costruzione di una teoria della mente, e non solo, più articolata.

Il confronto tra discipline non solo arricchisce ciascun ambito, ma favorisce una comprensione più profonda e integrata della realtà. Il dialogo tra approcci diversi, come evidenziato nel libro di Genovesi, diventa così uno strumento per superare i limiti di una visione settoriale e per costruire nuove connessioni tra il sapere scientifico e quello umanistico.

Il pubblico, numeroso e partecipe, ha dato vita a un vivace dibattito durante la sessione di domande, mostrando un interesse sincero per le tematiche trattate.

È stato non solo un momento di approfondimento culturale, ma anche una celebrazione dell’interdisciplinarità come chiave per affrontare le sfide del sapere contemporaneo.