L’immagine di copertina è quella del disastro di Valencia perchè siamo certi che una buona gestione dell’Ecosistema Urbano può mitigare i rischi Idrogeologici incombenti e noi a Messina ricordiamo bene la tragedia di Giampilieri!
Reggio Emilia migliore città per performance ambientali
Secondo “Ecosistema urbano 2024” (https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/Ecosistema-Urbano_libro2024.pdf), il rapporto sulle performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia pubblicato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, «In Italia le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo».
Quest’anno la Regina green della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia,che risale la classifica passando dal quinto posto dello scorso anno al primo posto, superando così Trento, che scende in seconda posizione, e Parma, al terzo posto. Legambiente evidenzia: «Una crescita importante quella di Reggio Emilia che si distingue, in particolare, per il suo impegno nella raccolta differenziata (salita nel 2023 all’83,8%), nella lotta allo smog, ma anche per essere la regina della bici con la più ampia rete ciclabile, 48,14 metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti. Il capoluogo registra anche un calo dei consumi idrici pro-capite (dai 130 l/ab/giorno ai 127) e l’aumento sia dei passeggeri trasportati dal servizio di tpl (dai 91 viaggi pro-capite annui dello scorso anno ai 102); sia dei metri quadrati di suolo a disposizione dei pedoni (da 52,8 mq/abitante dell’anno passato a 56,4)».
Se Trento si conferma sul podio, Parma compie una clamorosa rimonta: da 18esima nell’edizione 2023 aterza per i miglioramenti registrati soprattutto nella mobilità sostenibile, nel trasporto pubblico, e nella raccolta differenziata.
C’è da dire che quest’anno il rapporto Ecosistema Urbano 2024 ha rivisto e aggiornato il “peso” di alcuni indicatori, aggiungendone anche uno nuovo (variazione nell’uso efficiente del suolo), sempre distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Ciò ha comportato più variazioni, a volte importanti, in classifica. Mirko Laurenti, dell’ufficio scientifico di Legambiente e curatore del report Ecosistema Urbano. Sottolinea che «“Quest’anno sono stati introdotti alcuni cambiamenti ormai necessari per mantenere sempre aggiornato il nostro studio che è in continua evoluzione con l’obbiettivo di far sì che la classifica rispecchi sempre più la realtà urbana. Dai dati di questa edizione 2024 emerge, con ancora più evidenza, come l’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, sia ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti, su ferro ed elettrici, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti».
Allargando lo sguardo sulla classifica, nelle prime 10 posizioni dominano le città del nord Italia: dopo Reggio Emilia, Trento e Parma, seguono Pordenone (posizione n. 4 in classifica), Forlì (5), Treviso (6), Mantova (7), Bologna (8), Bolzano (9), Cremona (10). L’Emilia Romagna è la regione con più capoluoghi green nella top ten, tra questi c’è anche Bologna, new entry e unica grande città nella prime dieci posizioni (lo scorso anno era 24esima) con un salto di qualità dovuto, soprattutto, alla raccolta differenziata (passata dal 62,6% al 72,9%). Le altre metropoli arrancano: Milano si piazza al 56esimo posto in classifica, ma eccelle nel trasporto pubblico, mentre Napoli arriva quasi in fondo alla graduatoria, è 103 esima, lo scorso anno era 98esima. Roma, rispondendo in modo esauriente all’indagine, sale in graduatoria al 65esimo posto (nel 2023 era 89esima). Il centro Italia se la cava, con Macerata (23esima), Siena (26) e Livorno (29) tra i capoluoghi che si piazzano meglio in classifica. Male, invece, il Meridione con otto capoluoghi tra le ultime 10 della graduatoria: Caserta (98esima), Catanzaro (99), Vibo Valentia (101), Palermo (102), Napoli (103), Crotone (104), Reggio Calabria (105), Catania (106) che lo scorso anno era penultima. Da segnalare, invece, Cosenza (13esima) che pur peggiorando leggermente, è l’unica città del Sud nelle prime 15 posizioni, seguita al 24esimo posto da Cagliari. Tra le poche note positive per il Mezzogiorno, il primato della qualità dell’aria va a L’Aquila (prima per minore incidenza di PM10) che vanta in materia una situazione “ottima”. Giudicata “buona” anche l’aria di Ragusa.
Legambiente sottolinea che «La fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2024 mette in evidenza come in Italia le performance ambientali delle città viaggino a velocità e con tempi di applicazione troppo diversi e su cui occorre accelerare il passo.A pesare sulle performance ambientali i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, i problemi cronici irrisolti – come smog, inquinamento, consumo di suolo – i ritardi su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile, e poi gli impatti dell’overtourism. Temi sui cui servono interventi più incisivi».
Per questo, l’associazione ambientalista lancia le sue proposte:«Per accelerare il passo e per città più vivibili, sostenibili e attente alla qualità della vita, inclusa la sfera sociale, serve un green deal made in Italy per le città che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i problemi cronici ambientali, la crisi climatica, ma anche Il fenomeno dell’overtourism. Su quest’ultimo tema, l’associazione ambientalista lancia un monito: l’overtourism va governato con misure efficaci, come stanno facendo già diverse città europee e nel resto del mondo, e va affrontato con lungimiranza e responsabilità dalle grandi alle medie aree urbane ai piccoli borghi, fino all’alta quota, per un turismo più sostenibile, di qualità, attento e rispettoso anche dei territori e delle comunità locali. All’estero già si sta facendo molto con misure significative, in Italia quei pochi interventi messi in campo sono troppo timidi e inefficaci».
Al tema dell’overtourism e alla rigenerazione urbana il report Ecosistema Urbano 2024 dedica due focus di approfondimento. In Italia – dove si registra un indice complessivo di sovraffollamento turistico (ICST) che oscilla tra il molto alto e l’alto – l’overtourism sta avendo impatti sulla vivibilità delle città. Secondo il monitoraggio Ipsos Future4Tourism, lanciato in occasione di Ecosistema Urbano 2024, «Oggi circa 6 italiani su 10 sono concordi nel trovare strategie per limitare il fenomeno dell’overtourism, mostrando un trend in lieve crescita; di contro 4 su 10 sono contrari. I più favorevoli alle limitazioni sono i cittadini che dichiarano di vivere in località altamente turistiche (il 65% si dichiara favorevole), mentre coloro che abitano in centri mediamente turistici sono più dubbiosi (53% di favorevoli). Alla domanda quali sono i peggiori effetti dell’overtourism i cittadini citano al primo posto il peggioramento della vivibilità del luogo per i residenti (51%), pessima esperienza di visita per i turisti (39%), impatto su ambiente e ecosistemi (38%). Rispetto agli interventi da adottare, in particolare per il 31% del campione occorre consentire l’ingresso solo su prenotazione, per il 26% adottare politiche che dirottino i flussi turistici su territori/aree circostanti ma meno frequentati; per 24% servono limitazioni/maggior controllo del numero di alloggi privati/camere in affitto; per il 24% far pagare un ticket/biglietto di ingresso».
Il focus rigenerazione urbana fa due esempi: il caso di Latina, a sud di Roma, che ha dato avvio al progetto “A gonfie vele, in direzione ostinata e contraria” per realizzare nuove strutture di edilizia residenziale pubblica e riqualificare aree degradate, puntando su innovazione e sostenibilità. Il cantiere è appena partito. Altro esempio, l’ACER di Ferrara che ha realizzato negli ultimi vent’anni alcuni interventi di edilizia residenziale sociale e pubblica ampliando l’offerta di abitazioni in locazione a canone sociale o convenzionato, riqualificando aree urbane degradate o marginalizzate sulla base dei principi di sostenibilità.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha concluso: «Per città più sostenibili, resilienti e sicure serve un’azione congiunta a livello nazionale e territoriale da parte del Governo, delle Regioni e dei capoluoghi di provincia. Oggi, purtroppo, i temi ambientali sono i grandi dimenticati dall’agenda politica, che affronta i temi legati alla sicurezza dei cittadinI, solo in riferimento ai fenomeni migratori, ma serve affrontare questo problema sotto tutti i punti di vista, senza lasciare da soli gli amministratori locali nella sua risoluzione. Da parte del governo nazionale servono politiche coraggiose, a 360 gradi, e risorse economiche all’altezza della sfida per rendere davvero sicuro il nostro Paese. Si pensi ad esempio all’adattamento alla crisi climatica, che causa sempre più danni e perdite di vite umane; alla rigenerazione urbana e alla messa in sicurezza degli edifici, dalla presenza di amianto e dal rischio terremoti; alla lotta allo smog, che causa quasi 50mila morti premature solo per il PM2,5, o al processo di miglioramento del livello qualitativo dei controlli ambientali in capo alle Agenzie regionali protezione ambientale, oggi disomogenei sul territorio nazionale».(fonte greenreport.it)
Molto interesse e soddisfazione per il guadagno di posizioni – nella più importante classifica nazionale sulla sostenibilità – per Messina che guadagna 28 posti nella graduatoria 2024 e si piazza 68^ nel Rapporto #EcosistemaUrbano, il consueto appuntamento di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia, diventando la quinta città del sud Italia.
Ma Nord e Sud: due mondi che restano distanti!
Nell’edizione di quest’anno, il rapporto Ecosistema Urbano 2024 ha aggiornato alcuni indicatori, aggiungendone uno nuovo, relativo alla variazione nell’uso efficiente del suolo, ma comunque distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
“Quest’anno sono stati introdotti alcuni cambiamenti ormai necessari per mantenere sempre aggiornato il nostro studio che è in continua evoluzione con l’obbiettivo di far sì che la classifica rispecchi sempre più la realtà urbana. Dai dati di questa edizione 2024 emerge, con ancora più evidenza, come l’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, sia ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti, su ferro ed elettrici, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti”, il commento di Mirko Laurenti, dell’ufficio scientifico di Legambiente e curatore del report Ecosistema Urbano 2024.
In generale è più che evidente dal Rapporto come nel nostro paese non si viaggi alla stessa velocità nelle performance ambientali, ma d’altronde la separazione nord-sud ha sempre caratterizzato l’Italia, sia in termini di sviluppo industriale che di progresso economico. Secondo il dossier sono tanti i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, i problemi cronici come smog, inquinamento, consumo di suolo, l’efficienza energetica e mobilità sostenibile, oltre all’impatto provocato da un turismo sovrabbondante in alcune città d’Italia, tra cui Venezia, Firenze, Roma e Napoli, il cosiddetto fenomeno dell’overtourism, a cui sono stati dedicati focus di approfondimento.
Come ho sempre sostenuto se migliora l’indice anche la qualità ad esso sottesa migliora!
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PER SAPERNE DI PIU’:
1. ll link alla pagina del sito che contiene i link alle elaborazioni, alla diretta YouTube dell’evento di presentazione ed ai dati del rapporto: https://www.legambiente.it/rapporti-e-osservatori/rapporti-in-evidenza/ecosistema-urbano/
2. La mappa interattiva: https://ecosistemi.legambiente.it/risultati2024ecourb/
3. IL link al sito de Il Sole 24 Ore: https://lab24.ilsole24ore.com/ecosistema-urbano/