Enormi folle hanno invaso le vie principali del centro delle città della Grecia per la consueta parata del 28 ottobre in occasione della celebrazione della “Giornata del No“, in presenza dei rappresentanti della leadership politica, statale e militare del Paese, in presenza dei rappresentanti delle leadership politiche, statali e militari del Paese.

Una folla di persone, tra cui tanti turisti, si è radunata, ad esempio, ad Atene per osservare la sfilata delle scuole primarie, medie e superiori, che hanno partecipato al corteo, con il loro portabandiera e cinque manifestanti ciascuna.

Hanno partecipato un totale di 235 scuole di Atene , di cui 134 scuole primarie , 50 scuole superiori e 51 scuole superiori , di istruzione generale e speciale.

Poco prima dell’inizio della parata, il Ministro dell’Istruzione, della Religione e dello Sport ha affermato, tra l’altro: “Oggi onoriamo la memoria di coloro che hanno risposto correttamente ai dilemmi della storia, che hanno combattuto una battaglia impari e l’hanno vinta, che hanno attraversato il dolore, la fame, l’occupazione, e che infine hanno ricostruito la Grecia“.

La deputata del partito SYRIZA, Athina Linou, ha sottolineato nella sua dichiarazione: “Se abbiamo vinto quello che abbiamo vinto nel 1940, di cui oggi celebriamo l’inizio della resistenza e non la fine della guerra, lo abbiamo vinto attraverso la solidarietà, attraverso l’amore, attraverso le sinergie tra i greci e penso che sia anche oggi ciò di cui l’umanità ha bisogno”.

La giornata del No nasce nel 1940 e ricorda il “No” del primo ministro greco, Ioannis Metaxas, alle truppe di Mussolini.
Il primo ministro, il 28 ottobre 1940, impedì alle truppe di Mussolini di entrare in Grecia con il suo diniego.

La mattina del 28 ottobre 1940, a prescindere dalla fede politica, la popolazione greca scese in piazza al grido di: “Ohi!“.

Con questo “no”, gridato a squarciagola, i greci hanno dimostrato tutto il loro dissenso nei confronti dell’esercito fascista.

Dal 1942, il giorno 28 ottobre è stato celebrato come “giorno del No” per lo più tra i membri della Resistenza.

Dopo la guerra, la celebrazione del giorno del No è diventata parte della vita di tutti i greci.