Al Dipartimento di Salute Mentale dell’ASP di Messina, il nuovo direttore Giuseppe Rao ha incontrato il Comitato Consultivo Aziendale al fine di costruire percorsi di collaborazione, confronto, proposizione e rendicontazione.

Assieme al presidente Antonio Giardina, è intervenuto il gruppo di lavoro per la salute mentale, denominato Persone con disabilità e disagio psichico: progetti terapeutici individualizzati di presa in carico comunitaria con budget di salute, di cui fanno parte le associazioni MCL, Abbraccialo per me, Casa di solidarietà e accoglienza, Pegaso, LAM, Nati per la vita, Ariad, Alzheimer Milazzo, Mentecorpo, Auser, Avulss, Ordini professionali psicologi e assistenti sociali, Associazione Italiana Sociologia.

L’incontro si è declinato nell’ottica di costruire concretamente il modello del Dipartimento Comunitario, Integrato e Partecipato, ritenendo indispensabile il ruolo del CCA al fine di analizzare il contesto sociale e organizzativo territoriale, evidenziare i bisogni di salute e individuare modalità condivise di confronto e concertazione.

Il Direttore Giuseppe Rao ha espresso l’intenzione di rinnovare il modello organizzativo dipartimentale ed ha affermato che il rilancio delle attività deve avvenire con il sostegno del Terzo settore, oltre alle intese interistituzionali, soprattutto con la Scuola e i Comuni, in una logica di welfare comunitario. Ciò premesso, si concorda che il Dipartimento di salute mentale comunitario sia integrato, oltre che dal CCA, dall’istituzione della Consulta dipartimentale delle associazioni di familiari e utenti.

Il quadro attuale è meritevole di grande attenzione anche rispetto ai percorsi dei progetti terapeutici individualizzati (PTI) sostenuti da budget di salute (BdS) da poco avviati, a causa delle difficoltà tecniche, burocratiche e amministrative riscontrate a vari livelli. Un dato è certo, questo importante strumento è ancora poco applicato e governato, anche perché richiede competenze a vari livelli non scontate e tutte da acquisire.

È dunque uno strumento generativo che contribuisce alla realizzazione di percorsi di cura delle persone con disabilità, non autosufficienti, vulnerabili, nell’ambito di Progetti di Vita personalizzati. È evidente che il budget di salute deve essere ben governato e coordinato a livello pubblico e deve garantire una reale integrazione sociosanitaria.

Il gruppo di lavoro ha richiesto l’attuazione di momenti di scambio di buone prassi tra i soggetti coinvolti nella co-gestione dei BdS ed anche di mettere a punto procedure uniformi per la valutazione, il monitoraggio e la rendicontazione. Il Direttore ritiene che se, da una parte, oggi vi sono molte risorse economiche, visto il dovuto accantonamento dello 0,2 per cento sul bilancio aziendale, dall’altra parte bisogna poter destinare questi fondi all’interno di una programmazione lungimirante e sostenibile. Ad esempio, per i progetti di formazione lavoro, il rischio è la dispersione dei budget se questi non esitano in reale occupazione.

Questo primo incontro ha affermato la centralità dei familiari, che sono stati ascoltati con attenzione, in quanto hanno la percezione del bisogno vissuto in prima persona. Rispetto alla metodologia di intervento di rete, il gruppo ha messo in evidenza l’impegno del Tavolo per la Salute Mentale che opera a livello provinciale con il contributo delle associazioni del Centro Servizi per il Volontariato (CESV) e del Comitato Consultivo. L’associazionismo di volontariato sta dimostrando da anni al servizio pubblico che i margini per fare ci sono e il Direttore sta già promuovendo sinergie con il terzo settore attraverso il CESV.