Giampiero Cicciò, il messinese autore e Direttore artistico del Progetto “InDivenire”, manifesta al suo pubblico che la parola può dare forza al Divenire.
L’intervista con Giampiero Cicciò, attore eclettico dei giorni nostri, è riflessione e giudizio di orgoglio siciliano. Grande talento sia come regista che come attore. Unico nel suo genere, fa emergere grandi qualità acquisite nel teatro, cinema e in TV. Vera e propria vocazione per la recitazione sin da bambino. Dopo il liceo, la sua passione diviene estro creativo. È, così, che trasforma, come una bacchetta magica, i suoi lavori in quella pregiata arte, che lo battezza tra i migliori attori e registi d’Italia. Bel viso e occhioni neri mediterranei, che esprimono intelligenza, tenerezza e tanta umanità. Plasmatosi in scuole eccellenti, basti citare la “Bottega teatrale di Firenze”, con Vittorio Gassman, è stato protagonista di successi internazionali. Di Gassman ricorda la borsa di studio in onore di Adolfo Celi, celebre attore messinese, che gli ha permesso di diventare suo allievo. Non ha dimenticato la sua professionalità, l’intelligenza, la simpatia e i tanti insegnamenti, incipit della carriera del messinese. Molti i registi che lo hanno apprezzato, Giancarlo Cobelli, Alvaro Piccardi e Federico Tiezzi e Massimo Popolizio. Come tutti gli isolani, le sue radici Siciliane emergono in quell’accento di cui è fiero, che sembrerebbe avere un po’ perso, grazie allo studio e alla perfetta dizione accumulati negli anni. Il messinese purosangue è tuttavia cosmopolita, avendo lavorato artisticamente anche all’estero. Giampiero Cicciò ha interpretato sempre ruoli avvincenti, che hanno fatto emergere le sue straordinarie doti. Fra i tanti lo si rammenta in L’onore e il rispetto; Sangue caldo; Il romanzo del Commissario; La mafia uccide solo d’estate; Il commissario Montalbano; Ragazzi di vita, romanzo scritto da Pier Paolo Pasolini. Figlio di due geni della cultura: l’intellettuale siciliano Domenico Cicciò, letterato, nonché eccezionale giornalista della Gazzetta del Sud di Messina, perso quando l’attore aveva solo 4 anni. La mamma, Italia Cicciò Moroni, anche lei grande intelligenza e prima giornalista professionista donna in Sicilia, della medesima testata. Sembra aver ereditato dai genitori tutti i pregi che lo catalogano figlio d’arte. Si, perché si può affermare con certezza che Giampiero sia figlio d’arte.
La sua penna, i suoi scritti originali, trasformano la fantasia e il mondo teatrale che lo circonda. Quando è regista diviene attore e viceversa, quel mondo dell’immaginazione diventa realtà in scena. Recitare significa per lui, scoprire i lati di sè stesso, quelli che non conosce, gioco di mestiere ed emotività. Dal 2017 cura la direzione artistica del “Festival inDivenire” , un progetto di Alessandro Longobardi, dove esprime che tutto è in divenire, attraverso l’ausilio della volontà e l’immaginazione. Sostiene che “Solo la parola può dare forza al Divenire”, tuttavia è necessaria l’audacia e la costanza. Nel festival le compagnie mostrano un progetto inedito, in divenire. Dei 198 pervenuti quest’anno, ne sono stati scelti 16, in forma di studio, andando in scena per trenta minuti. I partecipanti in principio inviano una sinossi con i nomi degli attori, registi e scenografi, in cui non esiste il testo. Da ottobre a Gennaio devono preparare mezz’ora di studio, che alla fine si identifica in uno spettacolo completo. Ciascun attore, lo trasformerà inDivenire, ogni volta che il lavoro andrà in scena. Giampiero lo definisce Festival e non Premio, in quanto nelle due settimane del traguardo si susseguono mostre d’arte, fotografiche e interviste. Una giuria speciale, anche quest’anno, è stata formata da critici, registi, attori e autori di ragguardevole fama. Tra gli ospiti Gabriele Lavia, Lino Guanciale, Maddalena Crippa, per citarne alcuni. Pervenuto alla quarta edizione, con un vincitore, ha ottenuto enormi consensi dal pubblico e dalla critica. Giampiero rappresenta l’immagine di chi ama con tutto sè stesso il teatro ed il cinema, dove già ha dato prova del suo talento. Gli chiediamo di estendere il suo progetto anche all’estero, agli italoamericani e italiani in qualunque parte del mondo. Raccomanda agli italiani all’estero di non dimenticare le proprie origini, per i sacrifici, di cui sono o sono stati protagonisti i loro genitori e di seguire le proprie ispirazioni. Il nome del regista-attore ha “valicato” New York, infatti l’11 marzo 2023, nella trasmissione radiofonica Sabato Italiano di Radio Hofstra University di New York, la conduttrice giornalista, Cav. Josephine Buscaglia Maietta ha menzionato la sua bravura e il Progetto inDivenire. Al Direttore artistico, vigoroso promotore del Festival in Divenire, moderno e attuale, per il suo impegno e genialità, si vuole augurare una carriera sempre più brillante, per essere apprezzato, applaudito e regalare agli italiani che lo sostengono la gioia di un Premio in Usa.