Nonostante la data difficile del 10 agosto, una nutrita folla ha invaso le strade del centro di Messina per manifestare ancora una volta contro la realizzazione del ponte sullo Stretto.
Sindacati, Associazioni e comuni cittadini si sono riuniti per denunciare il tema della siccità che affligge ormai da settimane non solo la nostra città ma l’intera Sicilia.
“Il Ponte non rappresenta una priorità per la nostra città – spiega Pietro Patti, segretario generale CGIL Messina – soprattutto in un periodo in cui i problemi che investono la città sono di altra natura, come la mancanza d’acqua. Messina ha bisogno di infrastrutture importanti e di una ristrutturazione della rete idrica. È una battaglia che continueremo a portare avanti senza sosta”.
Altre le problematiche sollevate dalla CGIL, come spiega Marcella Magistro, segretaria CGIL Messina e segretaria generale Fisac CGIL Messina: “È importante sottolineare la questione espropri, perché capita che ci si ritrovi ad avere delle abitazioni con mutui residui. Spesso chi subisce questo non ha più l’età né le possibilità economiche per aprire nuovi mutui, il rischio povertà diventa altissimo”.
Compatta la protesta, dunque, che ha visto in prima linea anche esponenti dell’Università di Messina.
“Era importante vedere una buona risposta da parte della cittadinanza e di esponenti della nostra Università a più livelli – interviene il Professor Fabio Rossi, Docente di Storia della Lingua Italiana del nostro Ateneo. Uno degli slogan del gruppo ‘Universitari No Ponte’ è proprio ‘il silenzio non è più un’opzione’, in risposta allo scempio di veder calpestati i diritti democratici. Nessuno mai ha chiesto alla cittadinanza un parere sulla realizzazione del Ponte può avere, i motivi per gridare “No” sono tanti, e non sono soltanto di natura sociale ed ambientale. Si condannerebbe la città a rimanere un cantiere a cielo aperto in eterno”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alessandro Russo, esponente del PD: “Quest’opera devasterebbe il nostro territorio e non risponde alle esigenze di sviluppo della nostra città, della Sicilia e del Mezzogiorno. Non c’è ancora neppure un progetto definitivo, e tanti sono i dubbi sulla legittimità e sulla legalità del procedimento”.