Non ti disunire: la nostra battaglia contro l’autonomia differenziata
Siamo a poco più di due settimane dall’avvio della raccolta firme e i primissimi risultati parlano già chiaro: la spinta popolare contro l’ennesima sciagurata legge spacca Italia è fortissima. In poco meno di 72 ore abbiamo raccolto oltre 200 mila firme solo online, senza contare le migliaia di firme raccolte nei banchetti organizzati dal 21 luglio in poi.
Le ragioni della nostra contrarietà sono note: dividere ulteriormente il Paese in 20 piccole e deboli patrie, frammentando l’interesse nazionale e la coesione sociale già messa a dura prova, è quanto di più sciagurato e irresponsabile possa fare una forza politica devota al dogma del “Dio, Patria e Famiglia”. Ma c’è di più. Questa legge iniqua e pericolosa non può essere vista separatamente da altre due iniziative parallele: la riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio e la riforma dello Stato da Repubblica parlamentare a Repubblica presidenziale. Tre iniziative che accontentano i tre attori principali di questa maggioranza (riforma della giustizia per Forza Italia, legge sull’autonomia differenziata per la Lega e riforma presidenzialista per Fratelli d’Italia), costituendo il vero collante tra le forze politiche e rivelando un disegno di riforma dello Stato covato da molti anni.
Possiamo rimanere indifferenti? Possiamo stupirci di questo accanimento contro la nostra Repubblica e la nostra Costituzione? Perpetrato, peraltro, da chi non ha contribuito a redigere la Costituzione repubblicana e antifascista? È vero, non è la prima riforma costituzionale che tenta di modificarla. Ma è il disegno complessivo che inquieta e che dobbiamo respingere con forza. Ricordiamo la drammatica stagione della pandemia e il default organizzativo e politico del Sistema Sanitario Nazionale, salvato solo grazie alla straordinaria generosità di medici e infermieri. 20 piccoli Sistemi Sanitari regionali dove la tua vita poteva salvarsi o meno a seconda del luogo in cui vivevi. Disunire significa indebolire, e l’indebolimento del Paese porta solo ad aumentare le disuguaglianze e a rendere sempre più difficile la partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla cosa pubblica.
Questi fenomeni sono già evidenti se pensiamo all’aumento della povertà assoluta, al numero crescente di “poveri che lavorano” e al consolidato fenomeno dell’astensionismo, che ha ormai raggiunto picchi pericolosi. Le parole di Nadia Urbinati, ascoltate recentemente in un’iniziativa contro l’autonomia differenziata, chiariscono il concetto: “Unità e uguaglianza di trattamento e di opportunità per tutte le cittadine e i cittadini: questo prevede lo stato di diritto. Il fatto di essere nato in un posto non può diventare ragione di disuguaglianza. La diversità non può trasformarsi in disuguaglianza, non può diventare una gabbia in cui le nostre opportunità muoiono”.
Continuiamo questo straordinario sforzo estivo nella raccolta firme per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, per chi si è battuto per darci la libertà, per noi che stiamo vivendo questo presente già incerto e, soprattutto, per chi verrà dopo di noi.