Nutrita conferenza stampa questa mattina al salone delle bandiere del leader di “Sud chiama Nord”.
Cateno De Luca si è presentato con delle slide a monitor per analizzare la disamina corretta delle elezioni europee.
De Luca ha sottolineato che questa tipologia di elezione è più politica e non amministrativa e per tale va preso. Tale tipo di analisi richiede un approccio omogeneo che da un esito diverso da quello che si è voluto far passare da più parti.
De Luca ha proseguito paragonando le percentuali delle elezioni di Camera e Senato con le Europee con un dato politico di una differenza di soli 400 punti, il che denota che si è attestato un dato politico del 29%, segno che il gradimento amministrativo è diventato gradimento ideologico con un gradimento che ormai si è consolidato.
“L’azione amministrativa- continua De Luca- si è trasformata in una condivisione politica“.
Riguardo alla provincia, De Luca ha sottolineato che il calo è dovuto anche alla presenza di chi, ad esempio, nella zona dei Nebrodi aveva un elettorato forte che naturalmente ha potuto levare voti ma resta il dato positivo così come a livelli circoscrizionale Messina si conferma il fortino elettorale del movimento. Non sono mancate le frecciatine, soprattutto contro l’Ing. Santi Trovato del Genio Civile, reo a detta di De Luca, di aver bloccato il progetto “Città del ragazzo” per otto mesi a causa di un errore di lettura della legislazione applicabile, progetto sbloccato solo grazie all’intervento del Prefetto.
Inoltre il leader messinese ha posto l’attenzione alla sconfitta elettorale di chi faceva solo propaganda al ponte mentre i risultati hanno dimostrato che Messina non vuole il ponte, come detto da De Luca stesso nella campagna elettorale.
Infine, stante la scadenza, tra dieci mesi, dell’incarico dirigenziale nelle partecipate, De Luca ha dichiarato che tutti verranno messi sotto esame per verificare chi ha ben lavorato rispettando l’indirizzo politico oppure se all’interno delle partecipate c’è stata incapacità gestionale o, ancora, se c’è stata un’azione ostruzionistica da chi è responsabile del procedimento, facendo trapelare la possibilità di un rimpasto nelle partecipate che non hanno reso come programmato.