Abbiamo fatto visita alla Factory di Linda Schipani, ingegnere di professione e artista per passione, un luogo iconico che ha segnato la storia di Messina.
Assieme a lei, a curare un progetto che di sposa con la linea di pensiero del contesto, ai nostri microfoni è intervenuta l’imprenditrice e artista Mariella Bellantone.
Unire arte e sostenibilità non è più utopia da molti anni.
A Messina c’è un luogo dove questo binomio prende letteralmente vita grazie all’impegno di Linda Schipani, ingegnere specializzato nelle questioni riguardanti ambiente e territorio, ma anche artista che, da circa 15 anni, ha dato una nuova veste alla vecchia azienda di famiglia trasformandola in un vero e proprio spazio espositivo: si tratta della Factory di Via Croce Rossa, che da ditta specializzata in costruzioni elettromeccaniche ha trovato una nuova declinazione in luogo dove nascono vengono e vengono accolte creazioni artistiche. L’idea è stata talmente innovativa da coinvolgere alcuni artisti messinesi, che, ogni anno, si impegnano a rinnovare materiali destinati alla demolizione secondo i propri artistici facendo confluire il risultato finale nella gigantesca mostra collettiva allestita nel primo livello della fabbrica.
Molti gli oggetti interessati al restauro secondo la logica dell’archeologia industriale e del riciclo.
La storia della Factory affonda le sue radici negli anni Cinquanta, ci spiega Linda. La sua famiglia produceva impianti di illuminazione per la città, e in un certo senso questa attività ha ispirato tutta la sua vita, professionale e poi artistica.
L’entusiasmo di Linda Schipani non passa certo inosservato, e la sua idea di arte unita al riciclo ha catturato l’ispirazione dell’artista, scenografa e imprenditrice messinese Mariella Bellantone: “Questo luogo è molto conosciuto nella nostra città come luogo d’arte; luogo nel quale la filosofia del recupero è espressa al massimo livello. Qui, oltre ad essere presente in qualità di artista con alcune mie opere esposte, ho potuto realizzare un progetto, un laboratorio di restyling, destinato ad un pubblico adulto, che ha preso vita lo scorso anno in un altro contesto, ed è stato poi rielaborato in maniera più ampia all’interno della Factory di Linda, soprattutto perché vuole essere una spinta, un invito a pensare che ogni cosa può essere rivisitata e recuperata. Ogni cosa può rinascere, anche oggetti semplici che pensavamo non avessero più valore”.