Vogliono costruire un ponte a campata unica della lunghezza di 3,3 km, a doppio impalcato ferroviario e stradale, sorretto da due torri alte 400 metri (centro metri più della Tour Eiffel) in una delle zone a maggior rischio sismico del Paese e dove i venti sono tra i più turbolenti. In tutto il mondo non esistono opere simili e il costo previsto è un multiplo rispetto a quanto era previsto e rispetto a opere di dimensione molto minore. Tutto questo, ovviamente, sottrae fondamentali risorse economico finanziarie ai veri bisogni del territorio. Va anche osservato che al raddoppio del costo globale di investimento non è corrisposto un aggiornamento dell’analisi costi/benefici: questa andrebbe realizzata da terzi e non da chi è interessato alla realizzazione.
Le ambiguità e le contraddizioni, le criticità del progetto del ponte sono sottolineate dalle centinaia di osservazioni sostanziali formulate dal Ministero dell’Ambiente, dalla Commissione Tecnica del Ministero delle Infrastrutture, dal Ministero della Cultura, dagli Ordini professionali, delle Associazioni e dei Comitati Cittadini. E a questo si aggiunge un piano di espropri che porterebbe alla demolizione di migliaia di abitazioni e di spazi pubblici.
Ogni giorno emergono nuovi limiti del progetto, ormai molto datato:
- è troppo basso per le nuove dimensioni delle navi da crociera e da carico;
- deve essere mantenuto il sistema dei traghetti per la elevata percentuale di indisponibilità per vento eccessivo;
- le indicazioni europee stimolano i trasporti via mare e non via terra per il minor costo e il minor inquinamento.
Per affrontare il problema reale di miglioramento dei collegamenti si dovrebbe intervenire con investimenti innovativi nel settore traghetti, proseguendo negli interventi già in corso nell’ambito del PNRR (traghetti che già riducono il tempo di transito di un’ora).
Lo Stretto di Messina è un’area tra le più belle dal punto di vista paesaggistico e tra le più ricche di biodiversità del nostro Paese. Innanzitutto, va rimarcata l’importanza della collocazione geografica dello Stretto quale sistema eco culturale, paesaggistico e naturalistico, per correnti, venti, caratteristiche geomorfologiche, presenze faunistiche, ricchezze botaniche e naturalistiche di un territorio antropizzato fin dal paleolitico. Un territorio, un luogo che possiede tutte le caratteristiche per poter essere riconosciuto, dall’UNESCO, meritevole di essere inserito nella Word Heritage List per eccezionale valore universale quale patrimonio naturale e culturale. Dobbiamo avere la forza di dire che, come il Teatro Greco di Taormina, come il Colosseo, come Petra, lo Stretto di Messina è un bene mondiale che va tutelato dalle colate di cemento.
Antonella Caroli
Presidente nazionale Italia Nostra