La Fondazione Migrantes ha presentato, presso il Dipartimento Cospecs di Messina, il Rapporto Italiani nel Mondo.
I lavori del seminario sono stati aperti dal prof. Andrea Nucita e dalla prof.ssa Tiziana Tarsia, i quali si sono soffermati sul fenomeno contrario delle migrazioni, ossia il ripopolamento delle aree depresse come Sicilia e Calabria.
Interessante la relazione della sociologa Delfina Licata, la quale ha evidenziato che l’Italia è l’unico paese al mondo che conta presenze in ogni nazione.
Ad oggi, si contano quasi sei milioni di italiani nel mondo, con un incremento del 91% (nel 2006 erano 3.106,251!). La pandemia ha determinato il cambiamento della tipologia di migrazione: il 78% degli italiani resta in Europa; le destinazioni sono passate da 220 paesi a 117.
Altro dato di cambiamento dalla pandemia, sempre meno famiglie migrano, aumentando, invece, la fascia di età 18/34 anni e gli over 65 anni. Per quanto riguarda, invece, il fenomeno dell’emigrazione di ritorno, il dato permette di stabilire 3 tipologie di soggetti: 1) chi è prossimo alla pensione o pensionato; 2) il cd. “turismo delle radici”, ossia coloro che ritornano al paese di origine; 3) famiglie di soggetti con età 35/45 con figli al seguito. A conclusione dell’intervento, la dott.ssa Licata ha evidenziato la necessità della tutela di tre diritti: diritto alla partenza, diritto alla permanenza e diritto a tornare al paese natìo.
Sul fenomeno dell’emigrazione di ritorno si è soffermata la prof.ssa Francesca Frisone, intervento che ha generato un acceso dibattito tra il pubblico presente.
Al seminario era presente Santino Tornesi dell’Ufficio Regionale ecclesiastico per le migrazioni che ha rilasciato una breve intervista insieme alla dott.ssa Licata.