Per fare il punto della situazione e dissipare ogni dubbio abbiamo ascoltato il legale degli “espropriandi”, l’avvocato Carmelo Briguglio, in un’intervista che, ridimensionando gli allarmismi e riportando la questione alla concretezza dei fatti, vi invitiamo ad ascoltare con attenzione.

Con la pubblicazione dell’elenco degli espropri, a Messina è scoppiato il panico: la lunga lista di abitazioni e attività che, sulla carta, sarebbero destinate alla prossima demolizione ha gettato centinaia di cittadini nella disperazione, generando in loro il timore di dover molto presto abbandonare intere proprietà per far spazio al Ponte e alle infrastrutture a esso legate.

Una paura che, però, allo stato attuale delle cose, è solo latente: parlare di espropriazione in questa fase è decisamente prematuro, dal momento che l’iter di realizzazione della maestosa e moderna costruzione dello Stretto è appena ai suoi primi passaggi. Il processo espropriativo non è ancora nemmeno lontanamente partito, ma anzi è di là da venire, dal momento che siamo ancora nella fase di appropriazione del progetto definitivo, di competenza del CIPESS, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, un organismo che opera in seno al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

A seguire, se tutto dovesse andare come previsto, si avvieranno le opere propedeutiche al Ponte (ricerche archeologiche, recupero di eventuali ordigni bellici, rilievi topografici ecc.) e solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo si potrà concretamente parlare di espropri. L’infrastruttura di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria non è ancora stata dichiarata opera di pubblica utilità, un titolo che secondo le previsioni più ottimistiche potrebbe arrivare entro giugno, se non addirittura al termine dell’estate.

Insomma, la strada è ancora lunga e il bivio che per 350 famiglie potrebbe portare – il condizionale qui è d’obbligo – alle procedure di esproprio è temporalmente molto lontano. Per i proprietari di ville, villette e condomini inseriti nell’elenco resta al momento la presa di coscienza che quella di perdere la propria casa è sì una possibilità, ma non una certezza, stante anche poi la facoltà di presentare ricorso al TAR del Lazio.

Nulla è scritto, nulla è deciso, ancora: i prossimi mesi saranno senz’altro cruciali.