Si è svolta stamane nell’Aula Magna del Rettorato l’inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024 dell’Università di Messina, la prima per la nuova rettrice Giovanna Spatari.

Location insolita per una cerimonia che negli ultimi anni è stata ospitata al Polo Papardo e che quest’anno per la prima volta ha avuto come cornice i locali di UniMe.

Molte le personalità del mondo accademico e politico presenti, in un’Aula Magna gremita, tra pro rettori, direttori dei Dipartimenti, docenti e studenti. Si apre così il sessennio della Spatari all’Università di Messina, che lei stessa ha definito “una comunità di donne e uomini motivati a lavorare uniti, per ambire a sostenere le sfide più impegnative e raggiungere i risultati che solo cooperando si possono siglare.”

Affidato a Gaetano Silvestri, già rettore di UniMe e presidente emerito della Corte costituzionale, è il discorso d’inaugurazione, cui è seguito l’atteso intervento in apertura del presidente della Regione siciliana Renato Schifani, che nel ripercorrere la storia gloriosa dell’Università e il grande potenziale inespresso della città, non ha mancato di parlare del ponte sullo Stretto.

 “Una grande opera – così ha definito Schifani l’infrastruttura di collegamento tra le due sponde – che permetterà una grande crescita di Messina e il rilancio del Sud Italia.

Occorre guarda al Ponte ma occorre anche guardare a tutta quella rete infrastrutturale che renderà funzionale l’utilizzo del Ponte e che cambierà la vita del nostro Paese e in particolar modo della nostra Regione.”

Davanti alla platea di accademici ma soprattutto studenti, Schifani ha poi affrontato il delicato tema della fuga di cervelli che tocca molto da vicino l’isola: “Non possiamo né dobbiamo più consentire il drammatico fenomeno dell’emigrazione dei giovani siciliani; su questo dobbiamo tutti sentirci responsabili e agire di concerto per favorire il rientro dei tanti talenti siciliani, affinché possano trovare un’opportunità di lavoro nella nostra terra.”

Cgil Messina: l’Università motore di sviluppo, di rilancio e di valorizzazione culturale

L’inaugurazione dell’anno accademico è occasione per la Cgil Messina per ribadire la centralità dell’Università nelle dinamiche socioeconomiche del territorio. “Un Ateneo che ha grandi potenzialità e che rappresenta la prima realtà territoriale come luogo di crescita, di conoscenza e di promozione culturale”, dichiara il segretario generale della Cgil Messina, Pietro Patti, a margine della cerimonia odierna che ha visto anche la presenza del sindacato. “L’inaugurazione di oggi – prosegue Patti – arriva a ridosso delle elezioni della nuova rettrice dopo le note vicende giudiziarie che hanno minato l’immagine del nostro prestigioso Ateneo. Per questo, ribadiamo l’importanza di sganciarsi dal passato. Apprezziamo le parole usate dalla rettrice Spatari che ha posto al centro della sua relazione argomenti quali la conoscenza come baluardo della nostra università, la libertà e l’autonomia di insegnamento senza pregiudizi. Condividiamo anche il passaggio sul libero pensiero critico e non di censura come avvenuto nei fatti di Pisa. Consideriamo, inoltre, importanti nell’azione di governo dell’Ateneo, gli aspetti riguardanti la parità di genere, l’inclusione e l’uguaglianza per garantire il benessere di studenti, studentesse, lavoratrici e lavoratori”.

“Crediamo anche – aggiunge Patti – che nel percorso di crescita e di impegno il confronto costante con le parti sociali debba essere un elemento caratterizzante se si vuole proiettare l’Ateneo verso un futuro di progresso e affrontare le diverse sfide che ci aspettano”. Per la Cgil Messina tale confronto non può che partire dal diritto allo studio come valore costituzionalmente sancito e non come servizio a domanda individuale. “In tal senso – osserva il segretario della Cgil Messina – bisogna mettere in campo tutti gli strumenti per garantire l’esigibilità del diritto di cittadinanza anche al Sud rigettando il progetto di autonomia differenziata portato avanti da questo Governo”.