Erano appena le 5:21 del 28 dicembre 1908 quando i territori intorno alla zona dell’epicentro, lo stretto tra Scilla e Cariddi, cambiarono volto per sempre. La terra tremò per poco più di 30 secondi, quanto bastò per cancellare una storia millenaria e radere al suolo un’intera città, la nostra. Oggi, da quel funesto evento, sono passati 115 anni ma la memoria di questa tragedia umana senza precedenti è ancora viva.

Svariate, infatti, le iniziative in programma anche quest’anno, in ricordo di quella giornata che nell’immaginario collettivo dei messinesi si accompagna a immagini di dolore e devastazione: un ricco calendario di eventi commemorativi che si snoderanno dal 27 al 30 dicembre e che stamane è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa a palazzo Zanca, alla presenza del sindaco Federico Basile e dell’assessore alle Politiche culturali Enzo Caruso.

Ad aprire le danze sarà nel pomeriggio di martedì 27 la conferenza “Carità, Zelo, Provvidenza. Virtù che segnarono le vite di Elena di Savoia, Don Orione e Padre Annibale” nella chiesa Sant’Elia, ma sarà il 28 il giorno in cui si concentreranno la maggior parte degli eventi. Si inizia con l’Accensione delle luci nelle case in ricordo della tragica scorsa alle 5:21 e si prosegue con la deposizione della Corona d’alloro in memoria delle vittime del Terremoto al Gran Camposanto alle 9, orario in cui prenderà avvio anche il seminario multidisciplinare sul terremoto del 1908, nella chiesa S.S. Annunziata dei Catalani. Seguiranno poi svariate iniziative commemorative in giro per la città, tra la piazzetta Micheli fronte Prefettura, il largo Risorgimento, la colonna votiva realizzata ner il 50° Anniversario del terremoto a piazza Immacolata di Marmo e il largo Minutoli. La novità di quest’anno sarà il momento commemorativo che si svolgerà alla stazione centrale in memoria dei ferrovieri periti nel terremoto, alle 17:30; un’ora dopo, sempre alla stazione, la lettura drammatizzata “Non c’è domani”, a cura dell’associazione “Terremoti di Carta”.

Alle 19 nella Basilica di Sant’Antonio è previsto “Il Canto di Natale nel mondo”, concerto dell’Orchestra e Coro Laudate Dominum, a cura dell’associazione Bequadro. La giornata si concluderà alle 21 al Palacultura con lo spettacolo “Il Barone della Caperrina”, commedia in tre atti a cura dell’associazione “I Fikissimi”, un evento benefico con ingresso libero ad offerta il cui ricavato andrà a Terra di Gesù, Leo Onlus e “Mirko Piskeo”. Sempre al Palacultura giovedì 29 alle 17:21 avrà luogo l’evento commemorativo istituzionale “Alba funesta: commemorazione del 115º anniversario del terremoto di Messina del 28 dicembre 1908 – Cronaca delle ore in cui si cancellò la storia”. Il programma degli eventi celebrativi terminerà con le manifestazioni organizzate venerdì 30 a largo Seggiola alle 10 con la deposizione della corona d’allora al monumento di Elena di Savoia, soccorritrice di Messina dopo il terremoto; “Per non dimenticare”, video proiezione Immagini del 1908 con letture drammatizzate del volume “28 dicembre 1908 – Il terremoto in Calabria e Sicilia”, nella chiesa di San Giovanni di Malta alle 18 e infine alle 19 nella parrocchia di San Luca “Memoria di 115 donne scomparse. Storie dal 1908 – Calcio a Messina, ricordi e racconti familiari”, a cura del Comitoto “Messina 908”.

Quello del 1908 fu un evento di portata catastrofica, considerato dagli esperti uno tra i fenomeni sismici più distruttivi del XX secolo. Di intensità pari al 10° grado della scala Mercalli, il sisma, secondo le stime dell’epoca, uccise fra le 50 e le 100 mila persone sulle due coste dello Stretto. Di Messina restò ben poco, il 90% venne spazzato via: case, chiese, caserme, ospedali, strade, ferrovie, ma soprattutto vite umane; decine di migliaia, infatti, le persone che a causa della scossa di magnitudo 7.1 finirono sotto le macerie e lì perirono. Diffusasi la notizia dell’evento sismico, in tutta Italia si mise in moto la macchina della solidarietà: per i terremotati scattò la corsa all’aiuto, con l’istituzione – come raccontano i cronisti del tempo – di centinaia di comitati spontanei di soccorso e raccolta di denaro e beni di prima necessità. Città come Catania e Siracusa, geograficamente più vicine, diedero asilo ai feriti nei propri ospedali, nelle scuole e nelle case private.

 Tanti anche i volti noti e le persone comuni che da ogni parte d’Europa raggiunsero Messina per prestare aiuto ai terremotati. Una rete di solidarietà, quella dimostrata nei confronti dei nostri avi, che in una tragica pagina di storia locale testimonia uno straordinario esempio di fratellanza sorta dalle macerie del terremoto.