Le radici greche della città di Messina sono a tutti note.

Quel passato ormai si perde tra i ricordi degli specialisti del settore archeologico e degli appassionati di storia cittadina; eppure capita talvolta che quel passato faccia capolino nella nostra memoria quando meno ce lo aspettiamo.

E’ quello che è successo un paio di settimane fa quando, da Atene, giunge la notizia della morte dell’archeologo greco Petros Themelis, un luminare della scienza archeologica, entrato di diritto nell’Olimpo dei più grandi archeologi del secolo scorso per le importanti scoperte compiute in ambito archeologico in buona parte del territorio ellenico. Ai più questo nome non dirà nulla, e apparentemente la notizia non dovrebbe avere alcuna connessione con la città di Messina.

E invece no.

Quanto sarebbe stato bello poter fare quattro chiacchiere con l’uomo che ha riportato alla luce l’antica Messene, la città del Peloponneso da cui deriva il nome della nostra Messina. Sì perché Messina, che originariamente si chiamava Zancle, ad un certo punto della sua millenaria storia muta il suo nome. Subito dopo il 490 a.C. Anassila, il tiranno che deteneva il potere nell’area dello Stretto, convince un nutrito gruppo di Messeni a ripopolare la città di Zancle. Questa manovra crea i presupposti per la rifondazione della città ed il mutamento del nome da Zancle a Messene, nome che fa riecheggiare il luogo di provenienza dei suoi nuovi abitanti. Quelli che oggi possiamo ammirare, facendo una passeggiata nel sito archeologico riportato in vita da Themelis, sono i resti della città di IV secolo a.C. rifondata dal grande generale tebano Epaminonda, uscito vincitore nel 371 a.C. nella battaglia di Leuttra con la quale si pose fine alla dominazione spartana sulla regione della Messenia. Abbiamo affidato il ricordo di questo grande studioso al siracusano Paolo Daniele Scirpo, archeologo residente ad Atene e studente del Professor Themelis. Petros Themelis era nato nel 1936 a Salonicco, dove aveva conseguito la laurea in Archeologia e Storia. Si era poi spostato in Germania, dove aveva ottenuto il Dottorato di ricerca presso l’Istituto Archeologico dell’Università di Monaco con una tesi sui “Monumenti funerari della Grecia antica” nel 1972.

Numerosi gli scavi da lui diretti: Akovitika di Messinia (1969), Epitalio a Ileia (1966-1968), Kallio a Focide (1976-1980) ed Eretria (1974-1985). Dal 1980 al 1984 ha lavorato nella Soprintendenza di Paleoantropologia e Speleologia, mentre dal 1984 al 2004 è stato Professore di Archeologia Classica presso il Dipartimento di Storia e Archeologia dell’Università di Creta a Rethymno.

Nel 1986 la Società Archeologica di Atene gli affidò gli scavi e il restauro del sito dell’antica Messene nel Peloponneso, lavoro che ha continuato fino alla sua morte. Themelis ha scritto numerose monografie e articoli relativi al sito.

Nel gennaio 2005 è stato insignito della medaglia d’oro di Commendatore dell’Ordine della Fenice dal presidente Konstantinos Stephanopoulos per il suo lavoro didattico, scientifico e di scavo.