È stata inaugurata sabato pomeriggio nei locali della Galleria d’arte Spazio Macos di Mamy Costa la personale di Augusto Arrotta.
I volti e gli sguardi dei soggetti ritratti in queste piccole tele racchiudono un mondo interiore variegato.
La tecnica di Augusto Arrotta riflette una armonia delle forme che ben si adattano alla scelta dei colori che solcano i volti delle donne e degli uomini raffigurati in tutta la loro complessità.
I soggetti protagonisti, attraverso l’intensità dei loro sguardi, raccontano sguardi, sentimenti, problematiche, un vissuto che sembra sussistere tra realtà e finzione scavando nel profondo dell’animo umano.
Arrotta si esprime attraverso un linguaggio simbolico che traduce in immagini cariche di significati evocativi.
Di lui scrive la giornalista Dominga Carrubba:
“La memoria è un filo non visibile che porta a ricordi di profili sbiaditi di un tempo vissuto, è la mano che disegna il fluire di emozioni in una coscienza percorsa, ascoltata, temuta e ritrovata. Cosa rappresenta un ritratto se non il riverbero della luce che attraversa l’anima di chi si scopre o si riconosce sullo specchio di una tela?
Se il segno pittorico amalgama la forma alla sostanza, allora Augusto Arrotta unisce la tecnica alla ricerca di un linguaggio cromatico che pone l’aspetto fisiognomico al centro della composizione pittorica. Lo sguardo del soggetto in ritratto diventa l’interlocutore figurativo n dialogo reale fra l’artista, il personaggio e lo spettatore.
L’armonia suggerita dalla tela è l’esito di equilibrate combinazioni che trovano origine proprio in quella memoria che consegna a ciascuno la misura del tempo nell’incontro con l’altro, compagno nei viaggi interiori per un dettaglio non dimenticato, che rimane in un atteggiamento, un sentimento, un’emozione, una simpatica strizzata d’occhio.
I ritratti di Augusto Arrotta non celebrano uno status sociale, ma raccontano lo scorrere di un tempo non convenzionale, durante il quale ogni età si avvicenda all’altra in una variegata galleria di volti, storie e culture.
E può anche capitare che si attraversi questa galleria con atteggiamento beffardo e gli occhiali per non essere guardati, ma si tratta solo di un gioco, perché la verità si legge solo negli occhi”.