Le storie popolari Messinesi.
Il ferragosto messinese è tra le feste più singolari del mondo. È tradizione festeggiarlo in famiglia, ma anche tra amici . Oltre al pranzo tradizionale, in cui primeggia la tipica pasta ‘ncaciata e il pollo(u iadduzzu) con patate, segue l’anguria e il tipico dolce, bianco e nero. È usuale per i Messinesi celebrarlo con le figure dei Giganti e la processione della Vara. “U Gilanti e a Gilantissa ” sono statue gigantesche, traportate su grandi ruote per le vie di Messina il giorno antecedente al ferragosto. Considerate figure mitologiche, sono anche storiche . Il loro nome sembra derivare dal greco Kronos e Rhea, divinità greche, poi per i latini divenuti Mata e Grifone. Risalgono alla fine del XVI sec., periodo di conflitti tra Messina e Palermo, per la funzione della città-capitale della Sicilia. Si racconta che, in contrada Maredolce, a Palermo fossero state scoperte ossa gigantesche, reperti di animali preistorici in Sicilia. I due simboli messinesi: Mata e Grifone sono raffigurati con due statue enormi di legno che superano gli otto metri d’altezza. Zanclo o Grifone cavalca un cavallo nero. La sua testa è quella di un moro , incoronata da foglie di alloro; alle orecchie indossa orecchini a mezzaluna. Ha una corazza sopra una tunica bianca con bordo d’oro. Il colore della sua pelle ha fatto attribuire le sue origini turche o arabe. Il matrimonio dei due giganti ha un particolare fascino. Grifone, innamoratosi di Mata o Marta, in dialetto siciliano rafforzato Matta, avrebbe lasciato il suo paese per la prosperosa messinese, donna bianca dalle forme maestose . Mata viene raffigurata su un cavallo bianco. Racconta la leggenda che quest’ultima , di animo sensibile e generoso, aiutasse i cittadini Messinesi, preservavandoli dagli attacchi di Grifone, che al contrario era burbero e malvagio . Ogni qualvolta egli usciva, così come da leggenda, terrorizzava chiunque. Mata suonava le campane della Chiesa di Camaro per sfuggire alle razzie di Grifone . La tradizione la vuole nativa di Camaro, sobborgo cittadino sul torrente Camaro. Era solito farli seguire da un’altra macchina, con la figura di un cammello. Il tutto farebbe ricordare la venuta a Messina di Ruggero d’Altavilla su un dromedario dopo la sconfitta degli arabi . L’altro peculiare evento del Ferragosto Messinese è quello della Vara. Già nella prima metà del ‘500 , il quindici agosto si svolgeva a Messina la caratteristica festa che culminava con la processione della Vara. La festa della Madonna Assunta in cielo , concludeva in Sicilia, il periodo delle più importanti feste religiose e vedeva la partecipazione di diversi ceti sociali . Il ceto alto a settembre si trasferiva nelle tenute di campagna per l’evento della vendemmia. Di forma piramidale, alta circa 14 metri, simboleggia l’assunzione della Vergine in cielo . Giù in basso è rappresentata la tomba della Madonna circondata dagli apostoli. Nella parte superiore vi sono degli angeli con dei ramoscelli d’ulivo in mano che girano insieme al sole e alla luna. Più in alto vi sono altri angioletti ed un globo stellato, che raffigura il cielo, attorniato dallo zodiaco. Sulla punta la figura di Gesù, che tiene sul palmo della mano destra la Madonna. Anticamente, tutti i personaggi della Vara erano viventi. Durante la processione del 1681 la piramide si ruppe: i due più in alto e quattro angeli caddero tra la folla restando miracolosamente illesi. Un episodio analogo si verificò nel 1738. Si gridò al miracolo, ma si decise di raffigurarla solo con personaggi di cartapesta. È d’uso che i devoti tirino le lunghe corde intrecciate( gomene) a piedi scalzi, gridando a squarciagola: W Maria, W Maria . La Vara per le strade della città, bagnate appositamente, per facilitare la corsa dalla Via Garibaldi , attraversarsano la via 1’ settembre, dove avviene “ la girata “. Questo è un momento pluriemozionante. Secondo la tradizione, se avviene in un unico momento pare essere di buon auspicio per Messina, nel caso contrario per i Messinesi è di fasto augurio. Il corteo giunge sorretto dal battito delle mani, fino a Piazza Duomo. È davvero commuovente vedere la miscellanea di gente di ogni ceto sociale corsa da tutte le parti del mondo! Unico desiderio: chiedere grazie e intercessione alla Madonna. Il ferragosto come da tradizione si conclude a mezzanotte con i giochi pirotecnici a mare. Purtroppo la Vara dopo il terremoto del 1908 e la seconda guerra mondiale, è stata arginata nelle fasi più dure del Covid ‘19. I Messinesi tutti, in forza del loro coraggio che li ha contraddistinti nelle calamità, si affidano alla misericordia della Vergine Assunta. Le implorano che la sua misericordia estingua la Pandemia, che come un macigno è tornata a mietere ulteriori vittime. Che il Ferragosto Messinese, torni a dare il senso della socialità e faccia rivivere, oltre che la fede popolare, anche le tradizioni più belle del mondo tramandate nei secoli!