Da anni seguiamo le vicende finanziarie del Comune di   Messina e, purtroppo, questa “telenovela” dura da troppo tempo:  il primo piano di riequilibrio risale addirittura al 2012 e pensiamo che se, come aveva dichiarato anche il commissario Croce a suo tempo, si fosse dichiarato il dissesto la procedura sarebbe già stata chiusa da tempo, e l’Ente avrebbe potuto tornare a programmare liberamente la gestione delle risorse per migliorare la Città.

             Crediamo che tale situazione di incertezza abbia anche  favorito la scelta di moltiplicare le voci di spesa attraverso la costituzione di nuove società partecipate con il risultato di aver determinato incrementi delle tariffe e dei costi per i cittadini. In questo contesto, ancor oggi, l’Ente continua a mantenere una preoccupante esposizione debitoria sulla cui gestione e quantificazione la Corte dei Conti ha più volte espresso dubbi (del. Corte dei Conti n.91 del 2016, n. 232 del 2017, ecc. fino all’ultima n. 204 del 13/12/2022 seguita oggi  dalla disposizione per un contraddittorio da tenersi il 18/07/23 sui contenuti delle ultime relazioni trasmesse al Comune). Le molteplici criticità rilevate, per quanto a nostra conoscenza,  ad oggi non sono state fugate non essendosi prodotti tutti i documenti specificatamente richiesti dal Giudice Contabile per approvare la manovra di riequilibrio.

             Dalla Gazzetta del Sud, da altri organi d’informazione ed anche dall’ultima disposizione della Corte dei Conti si apprende inoltre che la Corte di Cassazione con sentenza n. 4902 del 2023 ha riconosciuto specifiche responsabilità penali ad amministratori e funzionari del passato per danni causati a terzi perchè i bilanci esaminati non rispettavano le norme di legge contenendo dati non rispondenti al vero.

     Sono state sanate queste “carenze di veridicità dei bilanci” dall’attuale Amministrazione o continua, invece, il permanere di quella situazione di illegalità sanzionata dalla Cassazione penale? Sarebbe doveroso che l’Ente fornisse una chiara risposta in merito.

     Allo stato si sa anche che  la Corte dei Conti, nella istruttoria per l’eventuale approvazione del piano di riequilibrio, ha deciso di approfondire la situazione contabile dell’Ente ed ha imposto all’Amministrazione la produzione integrale di specifici atti già prima del contraddittorio fissato per il  prossimo 18 luglio.

             La nebulosa gestione degli adempimenti amministrativi, che dura ormai da troppi anni, ed in particolare la opaca gestione della massa debitoria hanno impedito anche l’accesso a forme di finanziamento straordinario messe a disposizione dal Governo Centrale in favore degli Enti in pre-dissesto. Abbiamo già evidenziato in passato, come il mancato sfruttamento di tali favorevoli condizioni abbia causato danni alla collettività non solo per il persistere della massa debitoria ma anche per l’impossibilità di migliorare i servizi ai cittadini.

             In tale contesto, stupisce come in presenza di uno stato di pre-dissesto ad oggi ancora non definito e di programmi di riduzione di spesa per il personale ben evidenziati nel piano di riequilibrio all’esame della Corte dei Conti, si sia pensato di bandire avvisi di selezione pubblica per l’assunzione a tempo pieno per 315 figure professionali: non vorremmo che ciò diventi uno “specchietto per le allodole” per le  migliaia di giovani che hanno fatto domanda di partecipazione ai concorsi, il  cui avvio è già stato ufficializzato per il prossimo 1^ giugno.

             Sarebbe quindi il caso che chi di competenza  dicesse come stanno veramente le cose consentendo alla Corte dei Conti di pronunciarsi definitivamente, chiudendo, così,  una vicenda che dura ormai da troppi anni ed evitando il rischio che si proceda con ulteriori richieste di chiarimenti e rinvii, con ulteriore danno per la Città di Messina.

Documento del Gruppo Promessa Democratica del PD Messina e del LabDem Messina