Un dibattito per chiarire e illustrare i punti principali di un argomento di grande attualità, ma poco noto.
“Conoscere per scegliere, guardando oltre la L.n.219/2017: incontro su eutanasia e fine vita” è stato il tema della serata organizzata dal Rotary Club Stretto di Messina perché, a cinque anni dall’entrata in vigore, emerge chiaramente come applicazione e conoscenza siano ancora parziali. Una serata con ospiti d’eccezione, presentati dal presidente del club-service, Antonio Albanese, che ha introdotto la riunione moderata dalla socia Agata Labate, medico esperto in cure palliative.
«Un percorso legislativo mosso da casi emblematici e dalle relative sentenze della Corte Costituzionale», come ha sottolineato il prof. Eugenio Fazio, docente di diritto privato dell’Università di Messina. La legge del biotestamento è incentrata su consenso informato, formulazione di Dat (disposizioni anticipate di trattamento) e pianificazione condivisa di cure. Inoltre, conoscenza e comunicazione sono alla base della relazione medico-paziente e principio cardine nelle cure palliative.
Una proposta di legge sul fine vita era già stata avanzata il 10 marzo 2022, ottenendo 253 voti alla Camera e 117 contrari ma è ferma al Senato: uno dei promotori è stato l’on. Giorgio Trizzino, che si è soffermato sulle condizioni necessarie per l’applicazione della proposta di legge, legate alla tipologia di paziente, al tipo e modo di somministrazione dei farmaci e a chi deve stare accanto come prescrittore.
Un ruolo fondamentale lo rivestono le cure palliative, perché «puntano alla qualità di vita non alla morte. Devono garantire tempo di qualità di vita e di accoglienza – ha dichiarato la dott. Grazia Di Silvestre, vice presidente della Sicp (società Italiana Cure Palliative) –. Non si tratta di una progettualità di morte, ma è un percorso di una malattia inguaribile da rimodulare ogni giorno. La sedazione palliativa è un trattamento terapeutico, non è eutanasia».
«La Chiesa cattolica condanna l’eutanasia, accettando da decenni le cure palliative e i trattamenti contro il dolore», ha affermato don Gianni Russo, teologo e direttore dell’istituto teologico “San Tommaso” di Messina. Proprio dalla fede può arrivare un sostegno importante, non solo per dare senso alle scelte ma anche ad accettare le sofferenze.
Infine, conclusioni affidate alla prof. Marianna Gensabella, bioeticista e già docente di filosofia morale all’Università di Messina: «Anche se il referendum sull’eutanasia legale fosse ammesso e si arrivasse all’abrogazione delle norme penali relative all’omicidio del consenziente, qual è la vittoria per la civiltà? Dobbiamo puntare – ha sottolineato – sulle cure palliative».