Un delitto che ha sconvolto la città di Messina e tutta l’opinione pubblica, con la comunità studentesca in lutto per l’efferata morte della giovane studentessa, Sara Campanella.
Questa mattina, il procuratore capo dott. Antonio D’Amato, accompagnato dai vice, dott. Marco Colamonci e dalla dott.ssa Alice Parialò, hanno comunicato il fermo dell’indiziato del delitto, Stefano Argentino, 27 anni di Noto (Sr), anche lui studente della stessa facoltà di Sara.
Il giovane è stato prelevato dai carabinieri del Comando provinciale di Siracusa, presso un’abitazione del paese natìo. Al momento l’arma del delitto non è stata recuperata.
Il comandante Provinciale dei Carabinieri, colonnello Lucio Arcidiacono, ha ringraziato pubblicamente i compagni di corso di Sara e tutti coloro che hanno assistito all’efferato delitto, per la preziosa collaborazione che ha portato all’arresto dello studente siracusano.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l’indagato avrebbe seguito la studentessa palermitana nei pressi del policlinico, per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada; arrivati nei pressi del benzinaio antistante lo stadio “Celeste”, verosimilmente dopo una discussione, l’uomo avrebbe estratto un coltello ferendo mortalmente alla gola la giovane Sara, per poi fuggire dal luogo.
Dalle testimonianze raccolte, sembrerebbe che Argentino, da circa due anni, si fosse invaghito di Sara, senza, però, dare luogo a palesi atti persecutori.
Nella conferenza stampa, il dott. Colamonci ha lanciato un appello alle donne, per non sottovalutare mai certi atteggiamenti di uomini che, pur non risultando persecutori, possano dare adito ad atteggiamenti troppo insistenti che, successivamente, possono portare ad episodi di violenza come quello che, purtroppo, ha insanguinato e strade della nostra città.

Nei prossimi giorni gli investigatori comunicheranno gli esiti dell’interrogatorio e delle successive indagini.