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Fiorenzo Tommasi,Presidente dell’Associazione Comitato della Croce, noto in Italia e all’estero per il contributo alla solidarietà e fraternità nel mondo.

Fautore del Premio bontà ha fatto premiare tanti italiani all’estero.
In Vaticano con Papa Francesco per premiare un barbone.

È singolare come l’atmosfera delle feste natalizie ci porti ad intervistare Fiorenzo Tommasi, Presidente dell’Associazione Comitato della Croce, noto in Italia e all’estero per il contributo alla solidarietà e fraternità. Emozionato, ma felice di conversare con noi per l’intervista, inizia il nostro amichevole colloquio. Dopo averci dato il permesso di registrazione su piattaforma web Zoom, gli chiediamo come sia nato il Comitato della Croce. Premette che la sua era una famiglia composta da otto figli, dei quali uno è divenuto salesiano ed una sorella suora, che si è adoperata nel sociale. Ostenta che i suoi genitori siano stati i veri riferimenti.

Quella croce installata, nel Trentino in Val di Cembra a quota 2200 m. Sul Monte Cogne, nel comune di Sover, è servita a quel gruppo di meccanici, lontani dalla religione, che tutto facevano tranne che amare Dio. Una croce di sei metri e cinque quintali che, poterla saldare in acciaio inossidabile e portare in elicottero ad alta quota, è stata una grande impresa. Oggi quella croce è il simbolo di tutti. È una zona che Tommasi frequentava, con due Padri spirituali, Don Guido Piva, noto esorcista ed il Cardinale Angelo Comastri, vicario di Papa Francesco, Vicario generale per la Città del Vaticano e arciprete della basilica di San Pietro. C’è sempre bisogno di un aiuto e di avere alle spalle una guida, ci ammonisce: “Siamo umani e da soli non possiamo farcela”. Il Presidente Tommasi vive a Cavarzere a 40 km. da Venezia, in un comune che si chiama Portocavarzere con 14.000 abitanti. In realtà è originario di Chioggia, sposato con due figlie, Valentina di 40 anni che lavora al Pronto soccorso  e Veronica di 38 all’aeroporto di Venezia. Dalla prima figlia sposata sono nati due nipotini, un maschietto ed una femminuccia, mentre Veronica non è sposata. La famiglia è vita, continua, l’italiano della solidarietà universale. La sua Associazione, composta da 9  persone, per la sua trasparenza è stata appoggiata nelle sue solidali iniziative dal Vaticano e dalla Polizia di Stato, come ipse dicit.  Il Comitato ha contribuito con aiuti umanitari in tutto il mondo, Sarajevo, Irak, rischiando momenti di tensione, anche scomodo nelle iniziative a favore della lotta alla mafia e droga. Tommasi ci racconta di aver lavorato in municipio a Rosolina, prov. di. Rovigo, poi vincendo un concorso all’Enel, viene mandato all’Ufficio crediti di Venezia, dove resta per 40 anni. In seguito sente sue le cause della povera gente, di chi non poteva pagare la bolletta della luce e con coraggio diventa sindacalista. C’era la predisposizione per la solidarietà, anche avendo visto le atrocità della guerra. C’era l’inclinazione per la legalità, nella lotta per la causa Borsellino, per il procuratore De Matteo, Giancarlo Caselli, ma il tutto lo ha messo di fronte a tanti ostacoli, che avrebbero potuto farlo indietreggiare.

Importante il suo rapporto con il Vaticano, avendo operato con la Caritas Vaticana per aver conosciuto il Cardinale Marchisano, che gestiva in passato la parte patrimoniale della Basilica di San Pietro, ora in quiescenza, ma che vive in Vaticano.

È felice di essere stato utile con la sua Associazione, anche per questo Natale con dei doni inviati a Roma a persone sotto scorta che si prodigano per dare ausilio ai bambini bisognosi. A Don Luigi Merola circa 25 kg. di cioccolatini per i piccoli, mentre per i bimbi della periferia di Roma, di Torre Annunziata, nota per spaccio di droga, così ci rivela, altri cioccolatini fatti pervenire a Don Antonio Coluccia. Con il generoso aiuto di una casa dolciaria di Padova ancora cioccolatini per Tiziana Ronzio, che vive sotto scorta e aiuta i bambini privi di mezzi.

Il Comitato della Croce si autogestisce, non ha scopo di lucro e non chiede soldi a nessuno, perché la vera solidarietà è mettere le mani nelle proprie tasche, sottolinea Fiorenzo. La speranza per il futuro è vedere una società migliore, perchè ci sono negativismi nella realtà di oggi che fanno davvero male. Il Presidente Tommasi è anche il promotore e fondatore del Premio Bontà, dove tante persone vengono premiate ogni anno, perché si sono distinte per le loro azioni di unione, sostegno e fraternità. Ricorda che al Premio bontà due anni fa fu premiato un barbone di Pisa, che raccoglieva le monetine, le scambiava con prodotti alimentari per darli ai propri simili. Avendolo saputo Papa Francesco, ha voluto conoscere la persona in questione, proprio il 17 dicembre, giorno dell’ottantesimo compleanno. Fiorenzo lo ha incontrato in Santa Marta, quando vedendogli una scarpa rotta si è emozionato, lo ha abbracciato e gli ha dato l’appellativo di grande Papa. Sua Santità guardandolo negli occhi ha proseguito di non dimenticarsi mai dei poveri, parole scolpite nella mente e nel cuore. È importante ricordarsi dei più piccoli di chi soffre il freddo, la fame, la sofferenza, ha proseguito. Il Cardinale Comastri rammentava al Presidente  che avendo incontrato in vita Madre Teresa di Calcutta, la Santa raccontava che alla fine dei nostri giorni porteremo una valigia contenente tutte le nostre azioni. “L’importante che ciascuno di noi abbia fatto  qualcosa di buono per gli altri, perché l’indifferenza è un peccato grave, diceva la Madre, perchè toccare le mani dei poveri, vuol dire toccare le mani di Gesù”.

Il Premio Bontà, divenuto internazionale, ha consentito a Fiorenzo di premiare un italoamericano, Vincent Tummino, ora Vigile a riposo, che fa parte del comitato e vive in Florida. È il vigile alla FDNY che, durante il disastro delle Torri gemelle, ha aiutato tante persone, rischiando la sua vita. È stato attraverso Tummino  che nel 2023 è stata premiata anche la Presidente AIAE, giornalista italoamericana di Castelvetrano, Josephine Buscaglia Maietta, conduttrice Host della trasmissione radiofonica Sabato italiano di Radio Hofstra University di New York, che Tommasi definisce “Ambasciatrice dell’amore” e che tanto contribuisce ogni giorno per il sociale, specie in periodo di Covid. Alla fine dell’intervista chiediamo al Presidente un pensiero per il Natale e Fiorenzo Tommasi, sommesso, ci ricorda che il Natale dovrebbe essere ogni giorno, quando ciascuno di noi si prodiga e opera per gli altri. Solo così ci potrà essere solidarietà, perché specchiarsi nel fratello che ci sta accanto vuol dire accantonare fama, ambizione e ricchezza e vivere senza angosce le pluridifficoltà della vita.