Nello scorso mese di agosto avevamo trattato il caso di un contribuente che aveva ricevuto la richiesta di pagamento dell’ICI per un appartamento abbattuto dal Comune di Messina, sul cui terreno era stato costruito il parco pubblico “tremonti” (vedi: https://www.newsmessina.it/2024/08/08/cartelle-pazze-io-proprietario-di-un-parco-urbano/).

Infatti il risanamento di “Casa Nostra” era stato appaltato nel dicembre del 2014 ed i lavori per il parco urbano si erano concluso nel 2020 senza una vera e propria inaugurazione, come da anni richiesto e sollecitato dal Comitato “RisaniAmo Casa nostra”.

Il contribuente abitava nella palazzina A12 della coop. La Gazzella ed era stato evacuato nel 2000.

Ricevuto l’atto di accertamento,  il contribuente aveva fatto istanza di annullamento in autotutela, senza riceve risposta dall’ufficio tributi, per cui è stato constretto a ricorrere ad un legale per proporre ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia Tributaria, con udienza di merito fissata per lo scorso 28 novembre.

Il Comune di Messina si costituiva, successivamente all’udienza cautelare, producendo il discarico e chiedendo la compensazione delle spese, ma la sezione 10 della Corte di Giustizia Tributaria ha proceduto alla condanna del Comune alle spese legali, valutando che l’inerzia dell’ente pubblico, in fase pregiudiziale e cautelare, non possa giustificare la compensazione, per cui liquidava € 350 oltre accessori.

Si spera che episodi del genere non si verifichino più con una maggiore efficienza dell’ufficio tributi del comune di Messina.

Intanto il Comitato “RisaniAmo Casa Nostra” sollecita l’intervento dell’amministrazione comunale per non far perdere il parco che risulta un vero e proprio patrimonio urbanistico per la zona.

Nei prossimi giorni ci occuperemo da vicino della situazione esistente.