Inaugurata ieri pomeriggio, presso l’associazione culturale Spazioquattro di Messina, la collettiva d’arte intitolata “Fuori Programma 2“, che ha dato un seguito al percorso già tracciato lo scorso 12 ottobre con la prima “Fuori Programma”, ed oggi ripetuta per dare voce ad altri 24 artisti che, per motivi di spazio, non erano stati coinvolti nella prima mostra.

Daniela Cucè Cafeo, presentatrice della mostra, ha evidenziato che queste collettive hanno il compito “di recuperare il passato per protendersi con più consapevolezza verso il futuro”, identificando l’animo degli artisti nati in Sicilia e, quindi, isolani non solo di nascita ma anche di spirito. Infatti ciascun artista è definito come isola a sè stante, unico nella propria specie. Da ciò nasce l’individualità di ciascun opera e l’impossibilità di trovare opere e tecniche uguali. Anche la disposizione di ciacuna opera non è casuale. Partendo da sinistra ci si imbatte in due opere con stile bassorilievo, una di Gaetano Mammano e l’altra di Lillo Scipilliti. Proseguendo, al cerchio nero su sfondo rosso di Nino Cannistraci fanno seguito le sfere cosmiche di Angelo Savasta.

A seguire la donna diventa soggetto dominante vista nei caratteri tipici europei di  Giovanni Pagliaro, mentre per Antonio Amato ha le sembianze asiatiche e, infine, una sorta di Mamma-Africa per Pino Coletta, il tutto intervallato dall’opera di Puccio raffigurante una sagoma umana che trasporta sulle proprie spalle il peso di quello che si può definire la “macellazione”. Il percorso si indirizza verso la natura con le conchiglie di Concetta De Pasquale ed i colori verdi e marroni, misto autunnali, di Demetrio Scopelliti. Subito dopo, Antonello Bonanno Conti propone tre figure femminili, su sfondo verde, i cui abiti sono formati da un collage di ritagli di giornale. Proseguendo in questo percorso “del bello”, troviamo nuovamente la natura a farla da padrona, con i cavalli imbizzariti di Giuseppe Zona e gli alberi di Miranda Baglieri.

Dalla natura si passa ad una pittura più astratta, con Katia Lupò che propone una tela con sfondo nero su cui dominano due tessuti quasi a simboleggiare un numero romano “CI” o, semplicemente, due iniziali che nascondono una misteriosa simbologia.  Occhi e sguardi, invece, sono il tema centrale della tela proposta da  Pippo Galipò, quasi a fondere numerose anime  in ogni occhio incastonato nell’opera. Subito dopo troviamo i colori di Giuseppe  Fiamingo che propone una donna con i suoi accessori in colori vivi e dettagliati con forme miste lineari e geometriche.

A chiudere il cerchio pittorico la natura con un bel panorama di Giuseppe Geraci, una spiaggia con palma e barca di Togo, un tramonto sul mare di Mirella Migliorato e, infine, Mariella Marini con due forme, una verde ed una marrone, che racchiudono la simbologia della terra e della vegetazione. Particolare è anche la parte dedicata alla scultura con Sabrina Lo Piano che propone il busto di una donna,  simil pianta di ulivo, privo della testa ma con un nodo che avvolge la gola da una forte simbologia di punto di incontro e legame, come definito dalla stessa artista.

Maria Abbadessa propone un viso dettagliato  su un marmo grezzo di ellenistica memoria, mentre Giuseppe Piattaccio propone l’ultima cena su una cassettina di legno che ricorda le scatolette di fiammiferi usate dalle nostre nonne, e, non a caso, 13 fiammiferi dominano un lato della scatola, di cui un fiammifero risulta bruciato, con una forte simbologia religiosa. Infine, Pietro Basilicò presenta un pezzo grezzo di terracotta, avvolto da fil di ferro, a coprire dei rami secchi di ulivo, con una forte simbologia cristiana.

Concludendo, la mostra permette una immersione nella bellezza e nella varietà delle opere, delle forme, delle pitture, degli stili e dimostra che il fermento artistico in città è sempre vivo.

Oggi la mostra sarà aperta dalle 10.30 alle 12.00, mentre durante la settimana sarà visitabile dalle 17.00 alle 19.00 fino al 22 novembre.