Presentato venerdì pomeriggio, presso la Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, il testo storico “L’indagine Camiola” di Amedeo Finocchiaro.

L’evento si è aperto con i saluti istituzionale della direttrice della B.R.U.M., Avv. Tommasa Siragusa e, a seguire, la prof.ssa Carmelita Paradiso, docente di letteratura italiana e latina, ha intrattenuto, con una minuziosa analisi dell’opera letteraria, una vasta platea di persone che hanno riempito ogni posto a sedere della Sala Lettura.

Camiola Turinga, conosciuta anche come Cameola, era una nobildonna messinese vissuta nel ‘300, figlia  del cavaliere Lorenzo di Turingia, che fu protagonista di uno straordinario gesto di generosità verso Orlando, figlio illegittimo del re di Sicilia Federico III di Aragona, che nel 1339 era stato inviato dal fratellastro Pietro II, re di Sicilia, a combattere contro gli angioini ed era stato preso prigioniero nel corso della famosa battaglia di Lipari.

Pietro II non intendeva pagare il riscatto per il fratellastro che riteneva responsabile della perdita di Lipari, per cui Camiola Turinga si offrì di pagare una somma pari a metà della sua ricchezza, a condizione che Orlando la sposasse dopo la sua liberazione. Dopo la liberazione, Orlando tornò a Messina, ma si rifiutò di sposare la donna che lo aveva salvato. Sullo sfondo storico della narrazione, figurano elementi architettonici che, nel dibattito finale, aperto dall’Arch. Nino Principato, sono stati evidenziati con una collocazione attuale moderna nella nostra città.

In detto dibattito, che ha rapito l’attenzione degli intervenuti, si è pure discusso di Francesco Maurolico, presunto testimone oculare della sepoltura di Camiola all’interno della Chiesa dell’Immacolata, e, soprattutto, della figura di William Shakespeare e della tanta “messinesità” nascosta dentro le sue opere, come “Molto rumore per nulla” e la stessa Camiola che, in Shakespeare diventa, Corniola, segno che l’autore conosceva bene la storia della nobildonna messinese.