Riceviamo  da Cisl, Cisal ed Or.Sa.

La giustizia italiana è lenta e farraginosa ma alla fine conclude sempre i suoi percorsi e solitamente le sentenze premiano i giusti. Ormai dovrebbe farsene una ragione il management di ATM SpA che continua a soccombere in Tribunale e paga risarcimenti e spese legali con soldi pubblici.

Il Tribunale del lavoro di Messina ha recentemente emesso la seconda sentenza a favore di uno dei 5 apprendisti licenziati, senza alcuna motivazione, alla fine del percorso formativo.

All’epoca solo una parte sindacale si schierò dalla parte dei 5 malcapitati, contestando gli ingiusti licenziamenti   con   interventi   in   Prefettura   e  in   Consiglio   Comunale,   mentre   le   sigle   più “collaborative”  giudicarono  legittimi  i  licenziamenti  disposti  dal  presidente  Campagna  e  non aderirono allo sciopero proclamato il 7 novembre 2023.

Ancora una volta la Legge condanna ATM e ragione ai lavoratori, ma anche a questi sindacati che non si sono mai rassegnati alla legge feudale imposta in azienda che comprime i diritti dei lavoratori fino all’esasperazione. Le crescenti dimissioni volontarie di decine e decine di giovani lavoratori sono emblema della pessima qualità di vita imposta in ATM   che qualcuno ha ancora l’ardire di definire azienda perfetta.

I nostri migliori auguri vanno al secondo giovane collega che per ottenere giustizia ha dovuto adire le vie legali pagando le spese di tasca propria nonostante la sopravvenuta disoccupazione, mentre il management di ATM spende serenamente soldi dei messinesi per cause perse in partenza. Il giudice avrebbe disposto la riassunzione dell’apprendista e il risarcimento degli stipendi a far data dal  giorno  del  licenziamento,  nessuna  spesa  è  prevista  per  il  management  aziendale,  paga pantalone…

Intanto si sommano anche le sentenze a favore dei lavoratori spediti forzatamente in pensione con le note prese di posizione impositive che caratterizzano questa gestione aziendale.

Anche in questi casi i giudici continuano a disporre ingenti risarcimenti a favore dei lavoratori, altri soldi pubblici gettati al vento per difendere posizioni aziendali, palesemente illegittime, sempre a danno dei dipendenti.  Forse è giunto il momento che la Corte dei Conti attenzioni seriamente il fenomeno.

A coloro che nascondono il sole con il dito e difendono questa gestione aziendale per motivi partitici, utilizzando il vecchio slogan “GIU’ LE MANI DALL’ATM”, rispondiamo che questi sindacati hanno le mani pulite e continueranno a urlare: GIU’ LA MANI DAI LAVORATORI!!

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ATM: “In primo grado ragione ad Atm, ricorreremo in Cassazione

In merito alla nota firmata dalle sigle sindacali   Fit CISL – FAISA CISAL – ORSA sul caso di un ex operatore di esercizio assunto contratto di apprendistato professionalizzante con cui Atm spa ha deciso di non proseguire il rapporto di lavoro, si precisa quanto segue:

“Atm spa ha sempre agito con correttezza e trasparenza e porterà le proprie ragioni dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. Rammentiamo alle organizzazioni sindacali Fit Cisl, Faisa Cisal e Orsa che la sentenza di primo grado aveva visto soccombere il ricorrente, ritenendo legittima l’interruzione del rapporto di lavoro al temine del periodo di apprendistato. Siamo dunque certi di poter dimostrare in Cassazione di aver agito nel pieno rispetto della normativa vigente.

I toni scomposti di alcune sigle sindacali non ci stupiscono più e certamente non ci lasceremo intimorire, perché siamo consci che le scelte dell’Azienda sono sempre avvenute nel solco della legalità .

Il principale obiettivo dell’Azienda Trasporti di Messina è continuare a crescere, migliorando costantemente i propri standard qualitativi, al fine di rendere il servizio di trasporto pubblico locale e i servizi connessi sempre più efficienti”.