Affollata assemblea, ieri pomeriggio, presso il “salone delle bandiere” di Palazzo Zanca, voluta ed organizzata da “Invece del ponte“, organizzazione spontanea di cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto.
Relatori, di grande rilievo culturale, si sono alternati per smembrare il progetto del Ponte sullo Stretto, sottolineando le tante lacune, le imprecisioni e gli scarsi studi esistenti sull’argomento.
Tra gli interventi più importanti, Guido Signorino ha incentrato il discorso sulla recente crisi idrica che ha attanagliato la città, che mal si sposa con un cantiere che, di acqua, ne avrebbe gran bisogno. Signorino, inoltre, ha trattato il problema delle faglie e dei terremoti, giacché un pilone verrebbe costruito a venti metri dalla faglia calabrese, ma i progettisti, sull’argomento, hanno dato poca importanza mettendo in dubbio l’esistenza delle faglie e dell’attendibilità della cartografia esistente che, addirittura, parla di 24 faglie nell’area dello stretto.
Il prof. Filippo Cucinotta, docente Unime, ha approfondito il tema del carico che andrebbe ad avere il ponte, con il passaggio di lunghi treni e traffico intenso, rapportato con il passaggio navale sotto di esso. Il prof. Cucinotta ha evidenziato che i calcoli, del 2011, sono stati effettuati tenendo conto di una temperatura del mare di 20° e senza contare le forti raffiche dei venti che, spesso, affliggono lo stretto. E seppur i materiali odierni sono più elastici e performanti di 13 anni fa, restano dei progetti che appaiono inverosimili e non coerenti con la situazione meteo-marina dello stretto, con la temperatura del mare che, quest’anno, ha superato i 30°.
Successivamente è intervenuto l’ing. Antonino Risitano che ha evidenziato che i cavi, secondo i tuoi studi tecnici, non sono capaci di tenere un ponte sospeso a campate, considerando, tale teoria, scientificamente provata e frutto di oltre venti pagine di osservazioni alle quali, il comitato scientifico del ponte ha risposto con poche parole, segno che la popolazione italiana viene presa in giro da un falso progetto.
Ed ancora, l’Avv. Carmelo Briguglio ha sottolineato la parte normativa del progetto, che, di finale porta solo il nome, ma non la sostanza, poiché tutte le problematiche e le lacune avanzate, con le osservazioni, non sono state realmente affrontate, ma rinviate all’approvazione del progetto esecutivo.
In assemblea è stato letto un messaggio da parte di Fabio Granata, ex deputato all’Ars, che ha definito il progetto “fuffa di affaristi senza scrupoli e dignità” e di Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni, che ha sottolineato la pericolosità della faglia esistente nel litorale calabro. Infatti studi geologici evidenziano che i dati sul movimento del suolo mostrano, chiaramente, come il settore calabro compreso tra Cannitello e Villa San Giovanni, dove presumibilmente sorgerà il pilone calabro del ponte, è in sollevamento, mentre quello a sud del torrente Catona (Gallico, Catona) è in abbassamento con tassi di movimento superiori ad 1,5 millimetri per anno. Pertanto, c’è il concreto pericolo che la costruzione del ponte possa alterare geologicamente il suolo oltre al concreto rischio di crollo in presenza di un terremoto di forte magnitudo.
A fine assemblea si è svolto un dibattito al termine del quale cittadini ed organizzatori si sono ripromessi di non abbassare la guardia e ripetere questi incontri con cadenza anche settimanale.