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A Pittsburgh la prima esperienza americana con la “Kimball Engineering”. Ha collaborato con The American College, Flight Dispatcher, Alitalia, ENIT, Ente Nazionale del Turismo. Collaborazione con le istituzioni italiane, Consolati, Ambasciate, ICE.

Con un sorriso smagliante e sincero ci accoglie in video-intervista la bella bionda italoamericana Marzia Bortolin.

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La lunga frangia, che le copre quasi gli occhi, sembra toglierla dall’imbarazzo iniziale. Le chiediamo le sue origini e la  sua emigrazione. Ostenta con orgoglio che è “romana de Roma”. All’improvviso esulta e chiama la città eterna del cuore, “quel Paradiso di storia mai dimenticato”. È giunta in America per ragioni di studio, all’età di 19 anni. Diplomata geometra, si era iscritta in Ingegneria meccanica. Una via troppo impegnativa, dunque lascia per il momento l’Università, ma decide di andare all’estero. La prima volta che è arrivata negli Stati Uniti si è fermata a Pittsburgh, in Pennsylvania. Ricorda  la città grigia con un fiume rosso, città industriale con acciaierie“.  Il freddo nel mese di settembre /ottobre  le aveva  fatto sentire  la nostalgia del clima italiano.  Ogni cosa le ricordava il bel tricolore, ma i sogni erano più gagliardi. A Pittsburgh è avvenuta la prima esperienza americana con la “Kimball Engineering”, avventura interessante sotto il profilo tecnico”, riferisce. Una compagnia grande, con un enorme numero di personale. In seguito frequenta “The American College”, programma di scambio con l’Università di Pittsburgh, dove i suoi compagni, anche loro di nazionalità diverse, sono stati di conforto all’iniziale sconforto.

Dopo un anno il ritorno a Roma, ma l’amore prevale sempre e la conduce a New York.  Riprende gli studi e frequenta un corso per Flight Dispatcher, ossia il tecnico che giornalmente calcola le rotte che partono da JFK verso altre destinazioni internazionali. Viene assunta da Alitalia, per poter  viaggiare facilmente USA- Milano, USA-Roma. Le nasce una bellissima bambina di nome Alessia, ma quando la piccola ha 4 o 5 anni, Marzia comprende che non può più fare avanti e indietro. Lascia, perciò, Alitalia e viene assunta da ENIT, Ente Nazionale del Turismo, dove ha lavorato fino a due anni fà . È stato un lavoro che l’ha appagata molto e da cui è andata via di sua sponte, per ragioni personali. È stato un lavoro, a dir poco, fantastico! Lo scopo principale, ci confida con fierezza, era promuovere l’Italia nel mercato turistico americano. Il suo ruolo era tenere i rapporti con la stampa USA, rassegna stampa, Dipartimento commercio americano, in collaborazione con le istituzioni italiane in territorio USA, Consolati, Ambasciate, ICE, per la sicurezza interna negli States, nelle frontiere e immigrazione.

Ama gli italiani all’estero fino alla lontana Australia. La Bortolin, che si è poi laureata in Comunicazione, ora si occupa di promuovere gli eventi della Comunità italiana come Public Relation. Per il suo carattere intraprendente e intuitivo, ricco di esperienza in work, si è molto avvicinata  alla Comunità clericale. Le è stato chiesto di sostenere, dal punto di vista delle pubbliche relazioni, un personaggio di spicco della Santa Sede. Si tratta di Padre Luigi Portarulo, giovane prete italiano del Vaticano, che svolge la sua missione in America e  attrae durante la Messa un foltissimo numero di fedeli, specialmente di giovani. La Bortolin è contenta del ruolo e dei rapporti sociali che ha consolidato, anche per i contatti con le più importanti Associazioni italoamericane. Si sente di ringraziarne una, tra le più importanti d’America, l’Association of Italian American Educators,  AIAE, con la sua Presidente, la giornalista Cav. Josephine Buscaglia Maietta, Radio Host e Producer del programma radiofonico “Sabato Italiano” di Radio Hofstra University di New York. La speaker Maietta ha sempre apprezzato gli italoamericani e promosso con tenacia la cultura italiana all’estero.

L’intervista con Marzia Bortolin volge all’epilogo. Qui si nota una grande sensibilità, con parole di stimolo e sprone nella nostra intervistata. Incita i giovani che emigrano ad avere il coraggio di intraprendere la strada giusta per un futuro migliore, in cui la pace trionfi tra i popoli.

Afferma che gli italiani sono e saranno sempre il fiore all’occhiello delle generazioni future, ovunque si trovino, per essere profumo di limoni e gigli bianchi dall’Italia, all’America, fino alle lontane terre dell’Australia.