Luca Guardabascio, regista di Eboli nel mese della cultura in America. Onorificenza a New York l’11 ottobre 2024 per la 24’ edizione del premio Colombo.
Ha realizzato il film ”Vicino al Verbo”, con attori di spessore, affrontando tematiche contemporanee.
Si collega in video-intervista Zoom, raggiante, felice di questa intervista internazionale che lo vede protagonista, il regista Luca Guardabascio. Gli manifestiamo la nostra gioia alla notizia che negli States ci sarà il suo guiderdone. Guardabascio, orgoglio italiano e grande professionista, l’11 ottobre 2024 per la 24’ edizione del premio Colombo, sarà premiato a New York. Il film-Director italiano di Eboli ha già concretizzato una sua esperienza in America, proponendo la Storia d’Italia, attraverso il cinema italiano nel 2011, iniziando dalla sciagura dell’Andrea Doria, film-documentario, prodotto da Pierette Simpson. Luca ha avviato i suoi progetti sull’emigrazione italiana e nel 2014 ha pubblicato, grazie all’Historica Ediz. Francesco Giubilei, “Pietre sull’oceano”, la storia di Giovanni Esposito e Joe Petrosino. Questo libro, che ha avuto enorme successo in America, lo ha “pilotato” ad entrare in contatto con varie comunità italoamericane. L’incontro rilevante è avvenuto presso il Ristorante della famiglia Bruno a Manhattan, con il Cav. Nicola Trombetta, che stima tantissimo e da cui non si è mai più allontanato. Trombetta ha sempre seguito tutti i suoi progressi, films e documentari. Proprio quest’anno, Guardabascio, ha realizzato un fim spirituale dal titolo ”Vicino al Verbo”, con interpreti e attori di spessore, affrontando tematiche molto attuali e contemporanee. Nicola Trombetta in primis, ed altre Federazioni e Associazioni USA hanno voluto, perciò, conferirgli un importante premio l’11 ottobre 2024. Chiediamo al nostro intervistato quale attore vorrebbe incontrare negli USA. Palesa l’attore Chazz Palminteri, infatti gli piacerebbe girare qualcosa con lui, seppur breve, ma partendo dalle migrazioni degli italoamericani. Esterna che persino il grande produttore e regista Martin Scorsese, maestro tra tutti, ha cominciato da lì. Si sente di ringraziare l’Association of Italian American Educators, AIAE, con la sua Presidente, la giornalista Cav. Josephine Buscaglia Maietta, Radio Host e Producer del programma radiofonico “Sabato Italiano” di Radio Hofstra University di New York. Afferma che Josephine ha fatto molto per questo ultimo film, girato in periodo Covid. La Radio Host lo ha con forza supportato e incoraggiato in momenti difficili. Il vero significato del film “Vicino al Verbo”, che vorrebbe approfondire insieme al pubblico è la missione che ciascuno ha su questa terra. È meraviglioso realizzare un cinema sociale, quello che può costruire qualcosa di positivo, ut ipse dicit(come egli dice). Sostiene che l’amore e la creatività sono all’origine della realizzazione di un futuro migliore. “Vicino al verbo” oltre alla fede, contiene altre tematiche, l’incomunicabilità, disabilità, razzismo. È stato girato tra Campagna ed Eboli e comunica una fortissima creatività, che, imperterrita, conduce all’amore. I suoi attori sono eccezionali e manifestano un animo magnanimo. Guardabascio si ritiene un autore ed un regista e non fotoreporter, né cameramen. Prima si era medio-borghesi, insiste, dopo il terremoto del 1980 si è capito che c’è un altro mondo che non tutti percepiscono. Si chiede perché debba succedere una tragedia, prima che possano avvicinarsi i giovani tra loro e condividere insieme gioie e dolori. Forse la soluzione può derivare dal fatto che il cinema avvicini con la creatività. Probabilmente è questo l’antidoto che lo ha fatto diventare autore e regista. Alla domanda cosa significhi rappresentare l’Italia a New York in ottobre, mese della cultura, il regista rivela che per lui è come rappresentare il mondo intero. Dar voce a tutti coloro che non hanno voce, cercando di mettere in luce l’uomo comune.
Personaggio di potente professionalità, Guardabascio, quando gli si chiede chi sia l’attore ideale per un suo film. Replica che sarebbe un sogno essere con Richard Gere, ma non per la sua popolarità o per la sua fama. L’attore di “Hachiko” è mitizzato e relegato come uomo di grande fascino; ha, tuttavia, qualcosa di molto profondo, la generosità e l’altruismo, che attraggono le platee. Sono le qualità che hanno fatto piangere e gioire il pubblico internazionale e lo rendono speciale. Poi Luca ci menziona l’attore italiano che vorrebbe al suo fianco in un film. Ce ne sono tanti di famosi, prosegue, ma preferisce il grande amico, Neri Marcorè. Costui da persona semplice sa affrontare con naturalezza le difficili tematiche della società contemporanea. Obietta che presto procederanno insieme per un interessante progetto lavorativo. Guardabascio spera di trascorrere in America più tempo possibile con le varie comunità italoamericane, per poter scambiare opinioni sulla lingua italiana e sulla questione dei dialetti ancora fortemente in uso e mai cancellati dai connazionali. Siamo alla fine dell’intervista e lo interpelliamo se la famiglia lo appoggi dal punto di vista professionale. Asserisce con la testa e ci confida che la persona più importante della sua vita è il figlioletto, a cui sarà vicino durante la permanenza in America in videochiamata. Insieme alla moglie, di origine giamaicana, sono la sua forza vitale, avendolo supportato sempre.
Un epilogo, in cui auspica con certezza che si faranno più films, quando si riusciranno a varcare i confini dell’Italia, “in quanto a volte le regole sono strane”. Si porta avanti un messaggio, perché ci sono dei nomi noti, ma ci sono tanti attori, sceneggiatori, registi emergenti, che hanno belle idee, del vero talento, ma poca fortuna. Costoro non vanno trascurati, anzi devono essere valorizzati.
Luca Guardabascio crede molto in questo superviaggio negli USA.
Spera di essere” la voce”, quella voce di tutti quei talenti che, pur avendo forti genialità, non riescono a raggiungere l’apice, ma che per la loro personalità emergeranno con forza.