La sfida di avvicinare l’algoritmo di calcolo al dispositivo è vinta.

La tecnologia 5G, e non la frequenza, racchiude un ventaglio di servizi condivisi di tutti i dispositivi associati; parlare di IoT, digital trasformation, big data e altri termini cool del momento, induce l’individuo ad essere parte di una dimensione digitale così frenetica che si fa fatica a starle dietro anche correndo.

Nell’ottica di questa prospettiva si rende più che mai necessario accorciare le distanze fisiche tra il “worker” e il “network”, è un must dettato dal cambiamento generazionale “G”, avanza incessante il “near real time” per tutti i dispositivi connessi alla rete che richiedono risorse non indifferenti; lo scenario si colloca nella dimensione dell’”Edge Computing“ che a differenza del “Cloud Computing” riduce tanto le distanze quanto le risorse infrastrutturali; meglio un unico centro altrove, o più piccoli punti sul territorio?