Il caldo torrido e l’acqua razionata rendono nervosi alcuni messinesi che ormai hanno assunto la pessima abitudine di sfogare la rabbia con la prima interfaccia dell’Amministrazione Comunale che gli capita a tiro. Anche questa volta il malcapitato è un autista di atm in turno di servizio con il consueto straordinario imposto d’ufficio
Andiamo ai fatti, nella serata di ieri l’autista in questione giungeva al capolinea di Giampilieri Superiore e trovava un’automobile parcheggiata nei pressi dell’area riservata allo stazionamento dei Bus che gli impediva di raggiungere lo spazio di sosta e riposare 5 minuti (dicasi cinque), come stabilito dal regolamento aziendale.
Quando l’autista ha provato a suonare il clacson per far spostare l’automobile, il proprietario del mezzo ha inveito con toni minacciosi, costringendo l’autista a richiudersi dentro l’abitacolo del Bus per evitare il peggio, gesto che ha contribuito ad aumentare la rabbia dell’aggressore che, dopo aver tentato di aprire lo sportello del bus, non riuscendo a raggiungere il lavoratore, ha sfogato l’ira distruggendo lo specchietto retrovisore del Bus colpendolo a pugni.
L’autista ha immediatamente avvisato le forze dell’ordine che giunti sul posto hanno ristabilito la calma e sottoposto l’aggressore all’alcol-test.
Il paradosso si è consumato quando l’autista, ovviamente traumatizzato, ha chiamato la sala operativa di ATM per comunicare quanto successo e avvisare di non essere in grado di ultimare il servizio anche perché sprovvisto di specchio retrovisore.
Dalla sala operative gli è stato risposto che sarebbe stato sostituito il bus per concludere la corsa.
Nessun dirigente di ATM ha avuto l’accortezza di sincerarsi delle condizioni dell’autista aggredito che, in evidente stato di shock, è stato sottoposto alle cure della guardia medica che gli ha diagnosticato “malattia dovuta ad evento traumatico-stato ansioso post aggressione”.
Al netto del biasimevole evento resta da segnalare la gestione impositiva del personale che in ATM ormai è consuetudine. Non ci sarebbe da meravigliarsi se all’autista che invece di completare la corsa ha scelto di sottoporsi alle cure mediche, dovesse giungere la contestazione disciplinare e la richiesta di risarcimento per la rottura dello specchietto retrovisore. Sarebbe la normale amministrazione di un’azienda che usa la propaganda dell’efficienza per comprimere i diritti dei lavoratori, dichiarano le Segreterie Territoriali Fit CISL – ORSA Trasporti.