l’Assessorato regionale dei beni culturali nel 2000 ha bandito un concorso per ‘dirigente tecnico’ nei ‘ruoli tecnici dei beni culturali’,
i vincitori del concorso, tra i quali 70 archeologi e 35 storici dell’arte, sono stati assunti in servizio nel 2005 e inquadrati in posizione D1, inferiore economicamente e giuridicamente alle posizioni D3-5 a cui erano giunti centinaia di ‘assistenti tecnici’ (ex VI livello) in possesso del solo diploma, in servizio nello stesso assessorato beni culturali;
questo inquadramento ha sovvertito l’ordinamento delle strutture centrali e periferiche dell’Assessorato dei beni culturali, ponendo attualmente, in tali strutture, al culmine del comparto non dirigenziale (D6-7) migliaia di dipendenti entrati nell’amministrazione con il solo diploma e relegando un’ottantina di funzionari vincitori del concorso per ‘dirigenti tecnici’, che prevedeva il possesso di specializzazioni o dottorati, in posizioni che vanno dal D1 al D3, in forza dell’anzianità o della PEO, e in D4-5, i pochi che hanno ottenuto l’inquadramento in D3 dall’assunzione in forza di sentenze;
l’attuale mancato ordinamento dei profili professionali e dei ruoli direttivi dei beni culturali ha creato una situazione di fatto che contrasta gravemente con quanto prescritto nella normativa che prevede una precisa gerarchia degli organici fondata sulle competenze specialistiche dei beni culturali: all’apice del comparto sono previsti i ‘dirigenti tecnici’ con laurea specialistica e titolo postlaurea, archeologi, storici dell’arte e così via. La legge prevede, quindi, che a questi specialisti vengano subordinati gli ‘assistenti tecnici’ diplomati.
A fronte dell’inerzia dell’amministrazione regionale il gruppo parlamentare del PD ha presentato una articolata interrogazione per sapere:
- se la Giunta Regionale non ritenga necessario proporre una soluzione al difforme inquadramento dei funzionari direttivi vincitori di concorsi del 2000 per ‘dirigenti tecnici dei beni culturali’, ponendo fine alle discriminazioni all’interno della stessa categoria di dipendenti.
- se, vista la grave carenza di personale tecnico scientifico nei ruoli tecnici dell’Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, che ne pregiudica l’efficienza e l’efficacia dell’azione istituzionale, pensi di avviare le procedure per bandire nuovi concorsi per funzionari direttivi archeologi, architetti, archivisti, antropologi, bibliotecari, restauratori, storici dell’arte, restituendo dignità ed operatività agli Istituti di tutela e ai luoghi della cultura siciliani;
- se nell’assegnazione degli incarichi di direzione dei luoghi della cultura siciliani (Biblioteche, Gallerie d’Arte, Musei e Parchi archeologici), non si ritenga opportuno nominare nei ruoli di responsabilità sul patrimonio culturale i funzionari direttivi in possesso dei titoli previsti dalle leggi regionali nn. 116/1980 e 20/2000 che prevedono la qualifica di “dirigente tecnico dei beni culturali” per i direttori delle Istituzioni di tutela;
-perché non si assegnino finalmente le unità operative ai funzionari direttivi specialisti, archeologi, antropologi, archivisti, bibliotecari, naturalisti e storici dell’arte, come avviene regolarmente nel Ministero della Cultura, ai sensi dell’articolo 9 bis del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, il quale prevede che le responsabilità operative sui beni culturali debbano essere assegnate ai “professionisti dei beni culturali” secondo le diverse specializzazioni (i beni archeologici agli archeologi, etc.);
- per quali ragioni, invece, si è deciso, tramite il DDG n. 2314 BBCC, provvedimento inutile e dannoso per le casse regionali, ad affidare gli incarichi di elevata professionalità nell’assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, a personale regionale che è entrato nei ruoli regionali tramite il possesso del solo diploma ed attualmente inquadrato con la qualifica di “assistente tecnico”;
- perché si è intrapresa un’opera sistematica di smantellamento degli organi regionali di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico conservato in Sicilia, dando attuazione al D.P.R.S. n. 9/2022 con cui il precedente Governo regionale, contra legem, ha soppresso le sezioni tecnico-scientifiche nelle Soprintendenze, Gallerie d’Arte, Musei e Parchi archeologici siciliani;
- se non ritenga opportuno sospendere in autotutela i due atti amministrativi sopra citati (il DDG n. 2314 BBCC e il D.P.R.S. n. 9/2022) in quanto emessi contra legem,