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Michele Recchione,  premiatoda tutte le scuole di New York, ricorda l’antica ricetta calabrese della  salsa col pomodoro. In Pizzeria dai nonni italiani parlava l’italiano e il dialetto calabrese. Ama gli italiani e adora l’America e l’Australia.

Un’aria tiepida di maggio, che sembra già lasciare la primavera e annunciare l’avvicinarsi dell’estate, ci trova a conversare in video-intervista con un giovane dalle origini italoamericane. È il M.stro Michele Recchione, simpatico e piacevole al nostro incontro. Ama gli italiani e adora l’America e l’Australia. Sorride e ci consente la videoregistrazione. Si presenta, precisando di essere nato a  Edison nel New Jersey, ma  di sentirsi per metà italiano e per metà americano. Peculiare la storia della sua famiglia. I suoi nonni sono partiti da Spilinga, un piccolo paese, provincia di Vibo Valentia, in Calabria. Tante speranze, tanti progetti e il cuore mai staccatosi da quel paese del Sud-Italia, il profumo della terra, dei gelsomini, degli ulivi e della Nduja. Coraggiosi e pieni di lusinghe, dopo un lunghissimo viaggio della speranza, giungono in America. È la statua della Libertà che li accoglie. Sembra avvolgerli in un abbraccio materno e così “piantano le loro radici” per sempre negli States. I suoi nonni dopo alcuni anni hanno aperto una Pizzeria, centro di ritrovo di tutta la famiglia. Zii, cugini, nipoti…. Tutti riuniti a preparare, scherzare, ridere e ritrovarsi insieme. I sentimenti pullulano di affetti. La nostalgia lascia il posto alla felicità di sentirsi a casa, parlare in italiano e in dialetto calabrese. Obiettivo per ogni italiano all’estero: Integrarsi, ma non dimenticare mai la lingua madre. Era questo che li faceva sentire saldati al “paese natìo”. Che cucina prelibata! Quante squisitezze in quel luogo! È lì che ha imparato la ricetta della pasta con salsa di pomodoro fresco, il pane di casa a legna, spalmato dalla nduja, provola e peperoncino. In pizzeria,  di diversa varietà, si alternavano pizze, ancora oggi piatto forte italiano nel mondo. La Pizzeria dei suoi veterani, dunque, è stata un’istituzione. Gli anziani parenti sono stati un mito, ergo i suoi genitori sono stati esempio virtuoso. La madre lavorava con il Console Generale di New York, mentre il papà, era giunto da Pescara in America. Il loro incontro, come un colpo di fulmine, avvenne al Consolato. Da allora, molti sono stati tanti gli itinerari del  Teacher, che hanno consentito di realizzare i sogni.  Nel periodo dell’ultimo anno di studi è stato ispirato da un programma della Seton Hall University, il EPICS-Educational Partners in Catholic Schools. L’ultima settimana, quando stavano per terminare le lezioni, un prete, riconoscendolo per le sue qualità comunicative, come modello per i ragazzi, gli prospettò di insegnare nelle scuole cattoliche. “ Ti piacerebbe insegnare? Se domani ti presenterai nel mio ufficio, vuol dire che vorrai diventare un maestro” gli propose. Michele l’indomani si presentò puntuale dal religioso, il quale comprese che il lavoro di docente era quello adatto per il giovane. Michele, inoltre, è stato allenatore della Freshmen High School Football della Plainfield High School, nel New Jersey. Il suo mentore allenatore è Scott Osborne alla JFK High School, Iselin, insegnando il senso di squadra e la fratellanza. Già nel 2014 Michele era stato premiato come “Educatore dell’anno” a Woodbridge Township. Ora nel 2024 si è ripetuto il premio, in cui è stato votato risultando il primo in classifica. Il 3 maggio, durante l’annuale evento di premiazioni, Michele Recchione e’ stato riconosciuto dall’AIAE, Association of Italian American Educators, davanti a tanti altri  educatori di spicco e personalità, con il AIAE Teacher of the Year Award 2024. L’evento ha avuto luogo alla Columbus Citizens Foundation.

È un riconoscimento che ogni anno tutte le scuole di New York designano e quest’anno il vincitore è stato proprio l’italoamericano. Una ricompensa ragguardevole per un progetto di alto valore civile, sociale, dove l’aspetto professionale incontra quello morale e umano. Si può proprio dire che la  provenienza delle sue origini, faccia riflettere su quanto gli italiani all’estero e gli italoamericani abbiano un cuore grande, dove l’Italia non è solo pizza e spaghetti, ma c’è molto di più. La figura dell’apprezzato maestro è presente nei microfoni del “Sabato Italiano”, trasmissione interplanetaria radiofonica di Radio Hofstra University, presentata dalla giornalista e conduttrice Cav. Josephine Buscaglia Maietta.  La Maietta non dimentica mai di citare il valore dei personaggi meritevoli, in questo caso di un prestigioso Educatore italoamericano. Vogliamo complimentarci con quest’uomo che, dopo 22 anni svolge con spirito giocondo questo lavoro, istruendo i suoi iuvenes a crescere sani nel corpo e nella mente. Come scriveva il poeta satirico latino del I sec. d.C.: Mens sana, in corpore sano. Solo così i ragazzi potranno maturare, vincere le  battaglie che la vita riserva loro e poter gridare: W l’Italia e W gli italiani all’estero.