Diverse le Autorità militari, civili ed Accademiche che hanno partecipato alla cerimonia inaugurale del 2° congresso dello Stretto sul tema : La nefrologia pediatrica nell’ Universo del bambino : le nuove sfide, promosso per il secondo anno consecutivo dall’Unità operativa specialistica Dipartimentale di Nefrologia Pediatrica con Dialisi diretta dal prof. Roberto Chimenz . A patrocinare la due giorni di lavori congressuali l’Università degli Studi di Messina, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Gaetano Martino Messina, la Società italiana di Nefrologia pediatrica, la Società Italiana di Pediatria, la Società italiana di Chirurgia Pediatrica e la Società Italiana di Urologia Pediatrica.
A porgere il benvenuto all’evento il Presidente del Congresso prof. Roberto Chimenz che ha affermato come dopo l’esperienza pilota dello scorso anno si è voluto riproporre una seconda edizione all’insegna dell’aggiornamento, del confronto, di momenti di convivialità e di amicizia. Illustrati dal prof. Chimenz gli obiettivi del congresso e anticipata la presenza dei massimi esperti di tutta Italia nel campo della nefrologia pediatrica. Presenti per i saluti istituzionali l’assessore alle Politiche Sociali, alle Politiche abitative ed alla Salute Alessandra Calafiore, per l’università degli Studi di Messina il prof. Giuseppe Navarra direttore del dipartimento di patologia umana dell’ adulto e dell’ età evolutiva G. Barresi dell’ Università di Messina. A seguire hanno preso la parola il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Gaetano Martino di Messina dott. Giorgio Giulio Santanocito; il prof. Carmelo Romeo direttore del dipartimento assistenziale materno infantile dell’ A.O.U. Policlinico ; il componente del Direttivo della Società italiana di Pediatria prof. Carmine Pecoraro e la prof.ssa Eloisa Gitto direttrice della scuola di Specializzazione in Pediatria. Presenti tra le Autorità militari, alla cerimonia inaugurale, il Col. Giuseppe D’Angelo del Dipartimento militare di Medicina Legale, il medico capo della Polizia di Stato dott. Mauro Sturiale; il Ten. Col. Alfio Sciavarello della Brigata meccanizzata Aosta. Interesse ha suscitato la 1° sessione dei lavori apertasi dopo la cerimonia inaugurale sulla gestione del bambino con patologia renale cronica: dalla diagnosi al trapianto. Presidenti di sessione sono stati i dr. Carmelo Fede di Messina, Martino Ruggieri di Catania, – Moderatori: dr. Corrado Ciro di Palermo , Salvatore Bragho’ di Vibo Valentia.
Attenzione ha suscitato l’intervento sulla terapia conservativa della “Malattia Renale Cronica” del bambino del prof. Carmine Pecoraro che ha affermato come la malattia renale cronica (MRC) è un grave problema sanitario in tutto il mondo. Anche se relativamente rara nei bambini, può essere devastante perché progressiva verso la perdita definitiva della funzione renale con la necessità di ricorrere alla dialisi (rene artificiale) e al trapianto di rene che rappresenta la soluzione ottimale. Le condizioni che la causano , con una predominanza di anomalie congenite ed ereditarie, differiscono da quelle degli adulto. I nefrologi pediatri devono essere consapevoli che la CKD del bambino avrà conseguenze ben oltre l’età pediatrica e influenzerà gli esiti dei giovani adulti che diventeranno. Il loro compito è quello di accompagnarli, in questo lungo e disagevole viaggio, con supporto non solo tecnico-professionale ma anche psico-sociale, per cercare di garantirgli la qualità di vita che tutti meritano. A seguire gli interventi del dott. Claudio Romano sulla nutrizione del bambino con patologia renale; del prof. Tommaso Aversa sulle “Indicazioni al GH nel bambino con patologia renale cronica” con cui è stato messo in evidenza che l’accrescimento staturale è un aspetto fondamentale per ogni bambino. Nel paziente con patologia renale cronica, vi è una compromissione dell’accrescimento, legato a molteplici fattori. La bassa statura secondaria ad insufficienza renale cronica è una indicazione riconosciuta per il trattamento con ormone della crescita (GH), il quale ha dimostrato negli anni una buona efficacia sia a breve che a lungo termine sull’outcome staturale, oltre ad un buon profilo di sicurezza. Del trattamento dialitico ha parlato il dott. Enrico Eugenio Verrina dell’ UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale dell’ IRCCS Istituto Giannina Gaslini, Genova che si ha dichiarato come il trattamento dialitico interviene sostituendo la funzione depurativa dei reni rendendo possibile un parziale controllo dei volumi corporei, del bilancio elettrolitico e dell’equilibrio acido-base, e l’eliminazione dei cataboliti proteici, ma non sostituisce assolutamente le altre funzioni del rene ed in particolare la cosiddetta funzione endocrina (produzione di eritropoietina, del metabolita attivo della vitamina D, renina, aldosterone). Per questa ragione la dialisi non può che essere considerata un «ponte» che deve condurre il bambino a quella che è la terapia elettiva della malattia renale cronica in fase terminale rappresentata dal trapianto renale, se questo non ha potuto essere già essere realizzato in modalità pre-emptive, cioè direttamente dalla fase di terapia cosiddetta conservativa. L’individualizzazione della scelta ha precisato Verrina, della tecnica dialitica (dialisi peritoneale e dialisi extracorporea) e della sua prescrizione e gestione rappresenta il punto centrale nella dialisi cronica del bambino e richiede una precisa valutazione: dell’età e della taglia corporea del bambino; delle problematiche tecniche connesse alle metodiche dialitiche disponibili ; della funzione renale residua; delle esigenze metaboliche correlate alle diverse fasi della crescita staturo-ponderale e della maturazione puberale; delle problematiche organizzative correlate alla conduzione del trattamento. Il regime dialitico ha concluso il relatore genovese adottato deve essere sempre compatibile con un adeguato livello di riabilitazione psicologica e sociale del bambino e del suo gruppo famigliare che rimane l’obiettivo finale di un trattamento a lungo termine condotto il più possibile senza ospedalizzare i nostri piccoli pazienti. Sul trapianto renale si è soffermata la dott.ssa Elisa Benetti affermando che esso è la tappa finale nel bambino con malattia renale cronica. Oggi esistono due modalità di trapianto renale: da donatore vivente e da donatore da cadavere. La possibilità di effettuare un trapianto da vivente, in un paziente inserito in lista pre-emptive garantendo le tempistiche ottimali, consente di evitare il passaggio dalla dialisi del bambino con nefropatia cronica. A fronte di questa possibilità elettiva è sempre più pressante portare avanti la cultura della donazione visto che negli anni il tempo di attesa per un trapianto renale da cadavere in un bambino in dialisi è passato da 6 mesi mediamente a 3 anni, un tempo enormemente lungo per un bambino con malattia renale cronica che molto spesso ha un vissuto di malattia di anni dall’esordio della patologia alla terapia conservativa alla dialisi.
La seconda sessione di lavori congressuali dal titolo la gestione multidisciplinare del bambino con malattie reali rare: dal sintomo alla diagnosi precoce ha registrato la presenza come relatori dei prof.ri Roberto Chimenz, Mariella D’Alessandro e del presidente eletto della società italiana di nefrologia prof. Mario Giordano;la terza sessione sulla Gestione del bambino con glomerulopatia ha visto i contributi dei prof.ri Lica Peruzzi, Andrea Pasini, Giovanni Conti. Nella giornata di sabato interessanti le sessioni sul bambino nefrologico in codice rosso con i contributi dei prof.ri Eloisa Gitto, Salvatore Arena, Carmelo Sofia; A seguire la 5° sessione di lavori congressuali ha avuto come oggetto la gestione del bambino con patologia nefro-urologica su cui sono intervenuti i prof.ri Giovanni Montini, Carmelo Romeo . Il congresso si è concluso con l’ultima sessione dall’enuresi ai disturbi minzionali con gli interventi dei dott.ri Valeria Chirico, Giovanni Mosiello. Diverse le presentazioni dei casi clinici a cura dei medici in formazione.