Il Prof. Alessandro Tripodo, con i suoi numerosi International Projects, ama la sua Sicilia.
Il legame di amicizia con gli italiani all’estero, i contatti e viaggi dall’Europa, all’America, all’Australia, fino al Giappone.
Un’intervista esclusiva sulla piattaforma Zoom con un medico “speciale” del Sud-Italia, di Messina, ci fa conoscere il Prof. Alessandro Tripodo.
Aria di mare, di salsedine, di profumi e sapori che lo riportano indietro nel tempo, quando comincia a parlare. È in questo preludio che ci racconta di aver appena finito di lavorare, infatti ancora in tenuta verde, la divisa dei Chirurghi. Mostra la sua piena disponibilità a iniziare il nostro colloquio, confermando il suo permesso di registrazione. Stanco, ma sempre sorridente, umile e modesto, si presenta con la cordialità di sempre. Da molti è definito “Luminare dell’ortopedia”, per i numerosi casi di interventi annuali riusciti.
Ha compiuto i suoi studi all’Università degli studi di Messina e dopo essersi specializzato negli ultimi anni a Cortina d’Ampezzo si è trasferito al Nord per formarsi in alcune patologie, specie ginocchio ed anca. Vive e lavora in Toscana, a Forte dei Marmi, come Chirurgo primario, presso l’ospedale San Camillo di Massa Carrara. Il suo mentore, colui che ha fortemente creduto in lui è stato il Prof. Gian Carlo Coari, un uomo che qualifica, splendido e grande maestro. Coari lo ha voluto con sè, partecipe anche in tante attività scientifiche e chirurgiche avanzate. Si sente di ringraziarlo per la fiducia concessagli, quando si sentiva incerto e, forse, “non ancora all’altezza”. Allora aveva moglie, una bimba piccola e un impiego a tempo indeterminato, ma decise di credergli. Lasciò il certo per l’incerto, l’ospedale, per seguirlo in attività medico-chirurgiche avanzate. Il coraggio di Tripodo è stata la sua forza. Si sono verificati, tuttavia, anche momenti difficili, ma superati, sia per la sua lealtà, che per la sua trasparente e scrupolosa voglia di aiutare sempre il prossimo. Si emoziona confidandoci che la gioia più grande professionalmente è ricevere lettere di ringraziamento di bambini e adulti che non camminavano e sono stati rimessi in piedi. “È gratificante non sentire la richiesta di essere operati lontano dalla loro Sicilia”, afferma. Per questo è felice quando coloro che devono subire interventi chiedono di rimanere vicino alle loro famiglie. Opera in varie città italiane. Da diciassette anni ogni mese, raggiunge la sua bella Sicilia, per una nota Clinica della sua città natale. Si avvale di un’intera equipe eccellente, con il suo “braccio destro” il Dott. Marcello La Bruna, che lo stima e lo ammira. Gli interventi del Prof. Tripodo lo riportano alla sua famiglia d’origine, ai piatti prelibati messinesi, quelli che la sua mamma cucina per lui con amore. È questo il legame forte che lo unisce alla sua Trinacria, ai sapori, ai profumi della sua terra, da cui non si staccherà mai. È, certamente, altrettanto legato alla bella moglie Eliana e ai suoi due meravigliosi figli, Rossana e Matteo, che di “sua sponte” hanno manifestato la loro inclinazione per la medicina, emulando le orme del tanto noto padre Alessandro. Ha raggiunto alte vette nello studio della robotica, in particolare nelle protesi del ginocchio, dove, afferma, si sono avuti i migliori risultati. Con l’azienda, “Lima Corporate”, di San Daniele del Friuli, è stato il primo italiano ad essere accolto in un Innovative Orthopedic Hospital di New York, precisamente a Manhattan. Motivo di orgoglio e non certo vanità, perchè quest’uomo è di una modestia incredibile, l’amico degli amici, insomma, il medico che tutti vorrebbero avere. Recentemente è stato ospite radiofonico nella trasmissione radiofonica Sabato Italiano di Radio Hofstra University di New York, con la giornalista italoamericana Cav Josephine Buscaglia Maietta di Radio Hofstra University di New York. Ora è ancora più famoso, oltre che in Europa, in America, persino in Australia, suo sogno nascosto. Il suo connubio con l’America, dove è stato molte volte, è nato nel 2004, grazie al suo maestro Prof. Coari, frequentando in maniera attiva le più alte organizzazioni scientifiche americane e di altri paesi, sia per quanto concerne l’artroscopica, che la protesica. Ha partecipato e relazionato a numerosi congressi in tutte le città USA, iniziando da Las Vegas dove ogni anno si organizza un congresso mondiale sulle protesi, a San Diego, Chicago, New York, con ACSS. Ha, inoltre, partecipato ad uno studio per un nuovo robot, “quae nasciturus”, con 10 Chirurghi provenienti da tutto il mondo, dei quali uno è proprio il Prof. Alessandro Tripodo, rappresentando l’Italia nel mondo. Sogna di fare presto progetti anche con l’Australia, terra lontana, ma tanto vicina al suo cuore. Si va sempre per progetti, ottenendo la parità negli studi e ricerche con tutto il resto degli studiosi mondiali. Desidera ringraziare i suoi collaboratori e li incita a continuare nel loro serio percorso. Sarebbe bello lavorare in tranquillità, senza guerre, dove regnasse solo la pace. Le guerre ritardano il compito della medicina, dove nel caso settoriale la migliore tecnologia proviene da Israele, continua il Prof. Tripodo. La pace darà serenità anche ai pazienti che attendono nuovi strumenti . Si sono accorciate le distanze aeree; la lingua inglese è divenuta universale. Si propone l’obiettivo di fare ciò che il suo mentore Coari ha già attuato con lui, ovvero mettere a disposizione la sua esperienza per i praticanti e per chi collabora insieme, ponendo le sue energie per fare acquisire innovazioni e miglioramenti per le patologie per le quali si opera. Volge l’ultimo ringraziamento ai suoi genitori per i sacrifici offerti e per averlo incoraggiato nelle scelte della sua carriera oltre lo Stretto. Porge il suo grazie per la costante pazienza alla moglie e ai suoi figlioli, a vantaggio della salute dei pazienti, per i quali spesso sacrifica la sua famiglia. L’intervista con Alessandro Tripodo volge all’epilogo, con l’immagine di una personalità straordinaria, un uomo semplice e genuino, di sensibilità e raffinatezza di sentimenti. In lui la coscienza è al primo gradino nella scala dei valori, quelli che tutti coloro, che fanno il suo stesso mestiere dovrebbero perseguire.
Vuole salutare gli italiani all’estero, per il legame ancestrale che lì lega a noi. Tanto tempo fà gli italoamericani sono partiti dal nostro paese con una valigia di cartone legata con una corda, lasciando figli e mogli in cerca di fortuna, dunque “molto meno di quanto abbiamo fatto noi”, afferma. “Ora i giovani vanno all’estero più determinati, il più delle volte con l’appoggio dai genitori. Ciò per accrescere la loro cultura e imporsi nel mondo del lavoro. L’Italia è, tuttavia, la più bella nazione, con i siciliani che sono un fiore all’occhiello”. Vogliamo augurare una continua ascesa di successi all’illustre medico messinese, che rende i suoi connazionali, orgogliosi di una tale prestigiosa celebrità in tutto il mondo.