Si è svolta questa mattina a Roma la manifestazione, ribattezzata “Movimento 19 aprile“, con cui il Sindacato Nazionale forense, l’Associazione Avvocati Uniti in Rete ed altre associazioni forensi, hanno radunato avvocati da ogni regione d’Italia per manifestare il proprio dissenso contro gli aumenti attuati dalla propria cassa previdenziale.
Dalle 11.00 fino alle 13.30 numerosi avvocati hanno condiviso, mediante microfono, la propria storia e le proprie difficoltà, in un contesto storico in cui lo Stato sembra penalizzare il diritto di difesa, sulla carta garantito dall’art. 24 della Costituzione.
A sostegno di tale tesi, l’aumento dei costi di mediazione da € 48,80 a € 117,12 solo per la fase introduttiva, l’eliminazione delle marche da bollo di lottomatica con l’obbligo di pagamento mediante PagoPa con costi di servizio tra €1.80 e €2,50 volti a tutelare le banche e non i cittadini per non parlare degli aumenti delle quote previdenziali, le quote di iscrizioni all’albo e tutti i costi a carico dei legali italiani. Tra gli intervenuti, Michele Farina, calabrese trapiantato a Roma, ha sottolineato la necessità di ridurre i compensi per chi gestisce Cassa Forense, perché stipendi di € 148 mila euro annui sono esosi a fronte di un reddito medio pro-avvocato inferiore a 47 mila euro (fonte:Altalex). Toccante la storia di Anna, che ha dovuto lasciare la professione per qualche anno, per assistere il marito malato di cancro, per poi ritrovarsi sommersa dalle cartelle esattoriali contributive.
C’è anche chi ha prospettato l’eliminazione delle 19 casse previdenziali private esistenti in Italia, mediante una confluenza totale nell’Inps.
Alle 13.30 una delegazione degli avvocati manifestanti è stata ricevuta dai vertici di Cassa Forense a cui è stato consegnato un documento con alcune richieste. Tra queste, la necessità di aliquote progressive in base al reddito, che possano permettere ai piccoli avvocati e/o ai giovani avvocati di non ricorrere all’abbandono della professione, come già accaduto a Messina che registra, nell’ultimo anno, oltre 200 cancellazioni dall’Albo