Mentre proseguono le polemiche il Prefetto di Messina, Cosima Di Stani, ai sensi legge, ha firmato il provvedimento di accertamento della sospensione dalla carica di consigliere comunale di Messina di Maurizio Croce. 

Cateno De Luca (Sud chiama Nord): “Croce mostri rispetto per la città”

Maurizio Croce mostri rispetto per la città di Messina e rassegni le proprie dimissioni da un ruolo che non ha mai onorato in consiglio comunale – tuona l’ex sindaco Cateno De Luca – Chiedo a tutte le forze politiche di centrodestra che lo hanno sostenuto come candidato sindaco della città alle scorse elezioni amministrative e che nelle ultime settimane hanno votato contro la delibera di decadenza per le assenze registrate da Croce in consiglio, ben 159 assenze su 167 sedute, di battere un colpo.
Le forze politiche di centrodestra e i consiglieri comunali che per ben due volte hanno votato contro la decadenza di Croce spieghino oggi alla città le ragioni politiche o le ragioni di altra natura a fondamento del loro ingiustificabile sostegno alla permanenza di Maurizio Croce nel consiglio comunale”.
Questo dopo aver affermato:
Croce è un uomo potente, aveva coperture a più livelli, ed è stato al potere con qualunque presidente della Regione che sia di destra o di sinistra. Ricordo che fu assessore anche con Crocetta e poi candidato sindaco di Messina con il centrodestra”
“Croce è un soggetto pericoloso
– rimarca De Luca- tra i rappresentati del  sistema politico mafioso che attanaglia la Sicilia. E’ un uomo che sa ricattare e sa fare il servo sciocco del sistema.”

Emilio Fragale:

“Ho invocato le dimissioni di Maurizio Croce da consigliere comunale pubblicando un post in data 7 marzo 2024.

Riprendo l’intervento non richiamato da alcuno, da alcuna testata. Ci sta. Comprendo di essere marginale rispetto all’agone politico. 

“La permanenza di Maurizio Croce in consiglio comunale, al netto delle questioni giuridiche, è un ignobile offesa a chi crede che Politica sia passione e impegno nel rispetto delle Istituzioni, dei ruoli rivestiti, dei cittadini che si rappresentano. In questa circostanza perdono tutti. Perde il centro destra. Perde la maggioranza deluchiana. A me non frega nulla di una vicenda che logora (e non poco) la tenuta di De Luca. Le dimissioni dovrebbero essere richieste da tutte le forze politiche e sociali. Le dimissioni dovrebbero essere spontanee.” 

Sono legittimato, a mio avviso, per augurare a Maurizio Croce di potere chiarire i fatti contestati e dimostrare estraneità o innocenza. 

Sono legittimato per esprimere biasimo per ciò che ho udito. 

L’odierno video di Cateno De Luca è stato di una violenza inaudita. Ancorché in più passaggi ha tenuto a precisare di volere distinguere le vicissitudini giudiziarie dalle analisi politiche, ha finito per aggredire infierendo su una persona arrestata, impedita – se ne avesse volontà – a interagire. 

Al netto di quanto sopra, e – se si vuole – dando per buono (cioè vero o veritiero) quanto dallo stesso affermato vi è un passaggio ancora più grave “politicamente parlando” della stessa inusitata vis argomentativa. La contraddizione dell’uomo e del politico. Quella contraddizione che ne dimezza l’essere uomo e l’essere politico. Quella contraddizione che ne fa un mezzo-uomo. Lo evidenzio con i suoi stessi termini. 

Sostiene De Luca che in occasione delle regionali del 2017 cadde il primo tassello della cupola politico-mafiosa di Maurizio Croce. Cadde il “pupillo”, deputato uscente, on. Beppe Picciolo. Solo che vi è un particolare che ha omesso. La lista di Beppe Picciolo, a cui per 150 voti non scattò il seggio, era sostenuta da profili nel tempo cooptati da De Luca. 

Di loro se ne apprezzava e se ne apprezza ancora la coerenza di impegno e passione civica. 

Di loro se ne apprezza l’attuale ruolo diretto o indiretto, in prima linea o dietro le quinte. 

Si chiamano Basile, Finocchiaro, Rotolo, Carreri, La Cava e la lista potrebbe continuare. 

Erano predatori, briganti, banditi? No. 

Lo sono ora? No. 

Ecco quelle persone – ora – fanno parte del “sistema” De Luca. Dirà De Luca che si sono redenti. Si … è il “ducitto”novello Lui … la via, la verità, la luce … tra strali, invettive e folgorazioni, tra poltrone e sedute spiritiche, tra cariche e caricature che fa di se stesso.”