Emilio Buttaro, insignito in America da AIAE , inviato speciale del giornale “La voce d’Italia” a Sanremo dalla sala stampa “Ariston Roof”.
Gli italiani nel mondo cambiano le loro abitudini per seguire la rassegna che aspettano per un anno.
L’intervista con Emilio Buttaro è la testimonianza di quanto il giornalismo vero si avvalga di esperienza, professionalità, classe ed eleganza.
Di fama internazionale, arrivato al 40’ anno di professione con grandi successi, per le numerose interviste ai più grandi personaggi dello sport e spettacolo, lascia parlare di sè i giornali dall’Italia, Europa, America e Australia. Le sue interviste con personaggi di grosso calibro, Pelè, Maradona, Gigi Riva, Raffaella Carrà, Loredana Bertè, Russell Crowe, Sandra Milo, Mino Reitano. Una miriade di artisti con cui Emilio ha conversato personalmente e che è possibile visionare dalla sue pagine FB. Grande percorso da quando si è trasferito da Reggio Calabria, sua città natale, fino a Bologna, dove lavora incessantemente. Un traguardo importante è stato l’essere insignito l’anno scorso a New York, da AIAE Associazione Educatori Italoamericani, con il premio di “Giornalista degli Italiani all’estero”.
Questo il suo sogno americano accarezzato e avverato. Da ben 5 anni è inviato speciale per il giornale ”La voce d’Italia” a Sanremo, che Emilio paragona alla stregua di un parco giochi per un bambino, evento mediatico più importante d’Italia. Lo ha raccontato agli italiani, all’America, al Regno Unito e alla Francia. Icona del giornalismo ha vissuto i sei giorni di Sanremo in maniera intensa e straordinaria. Ha seguito dalla Sala stampa “Ariston Roof”, insieme ad altri validissimi giornalisti, tutte le canzoni e i cantanti, potendo mettersi a confronto con le maggiori testate di tutto il mondo. Ha potuto constatare lo stile e l’eleganza di tanti cantanti. È rimasto magnetizzato dalla bravura di Diodato (Amore che vieni, amore che vai), nonché dall’umanità e dalle parole toccanti quanto emozionanti del Maestro e Direttore d’orchestra Giovanni Allevi, uomo semplice, artista e professionista dall’animo nobile e profondo, che ha commosso il pubblico mondiale. La canzone che ha rappresentato Sanremo, secondo lo stile del Festival, per lui è stata “La noia” di Angelina Mango, vincitrice della 74’ rassegna, che ha il potere di “mangiarsi il palco”, così Emilio la definisce. Sul conduttore Amadeus, solo complimenti, persona genuina e modesta, il cui capolavoro è stato di ampliare la platea, commenta Buttaro, ai giovani, mantenendo l’essenza del Festival. È stato il Mercoledì che Ama, che adora la Sicilia, ha rilasciato un video-messaggio per la giornalista italoamericana di Castelvetrano, Cav. Josephine Buscaglia Maietta, Promoter della trasmissione radiofonica Sabato Italiano di Radio Hofstra University di New York. L’ha definita “Vulcanica Josephine” e spera di andare a trovarla in America. Amadeus si è avvalso della collaborazione di Fiorello, star incredibile, showman completo e instancabile, dall’umorismo gradevole e divertente. Il clima che si respirava in sala stampa, riferisce Emilio Buttaro, è stato elettrizzante e coinvolgente. A mezzogiorno, dal Lunedì al Sabato, l’incontro con il conduttore e coconduttore/trici, in cui il nostro giornalista, insieme a Teresa Mannino, ha estratto il bigliettino, che conteneva il nome di Loredana Bertè. Era quel bigliettino, che bisognava estrarre per i cantanti che si presentavano tra loro. “Sarà un ricordo anche per i miei nipoti”, dice. Insomma questo carosello, che offre una varietà di canzoni e cantanti è stato vissuto con un’adrenalina che non faceva riposare neanche la notte. Incredibile l’atmosfera, con tantissimi giornalisti da tutte le parti del mondo, addirittura la più lontana dalla Georgia, per sognare, emozionarsi, vedere cantare dal vivo i cantanti. Cinque anni di spettacolo, reale, pieno di sentimento, dove il successore/a del duo Amadeus-Fiorello dovrà cimentarsi con un lavoro ad arte, per competere e raggiungere gli stessi audience mai raggiunti prima del 2024. Emilio Buttaro ci lascia con il bianco rosso e verde della nostra penisola. Gli italiani nel mondo cambiano le loro abitudini in quei giorni del Festival, il fuso orario e si adeguano agli orari dell’Italia per seguire la rassegna che aspettano per un anno. È stato il tricolore con l’Inno all’Italia, che ha segnato la tappa più straordinaria che gli italiani all’estero volevano ascoltare, per un sentito grazie a chi dall’Italia li ama e non li ha mai dimenticati