Si chiama “Pas de Sicile” il nuovo romanzo del siciliano Domenico Cacopardo, ambientato per la prima volta nella pianura padana ed edito da Ianieri Edizioni per la collana “Le Dalie Nere”. La narrazione, che nelle opere precedenti si svolgeva in Sicilia, si sposta adesso in Emilia, in quei luoghi, cari all’autore, tanto profondamente radicati nella mente e nel cuore dello scrittore. Due scenari che di Cacopardo rappresentano l’identità, emiliano per parte di madre e siciliano per parte di padre: una doppia origine cui è molto fedele e per la quale si mostra immensamente grato. Una scelta, quella di cambiare ambientazione, evidente sin dal titolo: “Pas de Sicile” significa “Basta Sicilia” e con ciò lo scrittore intende salutare, almeno per il momento, la sua amata isola, la stessa che ha ospitato, sotto il profilo della location, dei personaggi e dei fatti narrati, tutti i diciotto romanzi precedenti a questo lavoro.
“Navigare in un mare nuovo. Anzi in un fiume, il Po”: definisce così l’autore la decisione di raccontare una vicenda padana che, come chiarito nella prefazione del libro, non costituisce un punto di rottura con la Sicilia, cui lo legheranno sempre i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza (Cacopardo è nato a Rivoli, in provincia di Torino, ma è cresciuto tra Messina, Letojanni e Palermo). Una storia asiciliana che è frutto di una più ampia e generale innovazione personale, per lo scrittore inedito banco di prova.
I luoghi dell’autore sono i luoghi della narrazione e nei loro confronti egli ha un debito di conoscenza, che spazia dagli usi e costumi ai modi di pensare e alla fisionomia umana, elemento caratterizzante dei suoi scritti. “Pas de Sicile” è assimilabile al genere giallo, ma non a quello canonico che vede nella sequenza odio-vendetta-crimine la struttura portante. È un giallo nella misura in cui scruta le segrete dell’animo e gli angoli più remoti della psiche umana con i suoi drammi irrisolti che, prepotenti, riemergono chiedendo una definitiva risoluzione.
Siamo nel fittizio comune di Candora e protagonista è il magistrato in pensione Domenico Palardo, alter ego di Cacopardo, che svestiti i panni dell’uomo di legge indosserà quelli di scrittore detective animato da un’incrollabile fiducia nella verità.
Dopo aver ricevuto l’incarico di coordinare il volume celebrativo per il centenario della costituzione del Comune e scrivere il saggio di apertura su Siro Sieroni, l’imprenditore che con le sue aziende ha promosso lo sviluppo economico del paese, Palardo viene a conoscenza di segreti inconfessabili e trascorsi irrisolti riguardanti la famiglia di Sieroni: da qui parte un’attività investigativa che coinvolge l’intera comunità paesana e un figlio illegittimo dell’imprenditore. L’indagine porta l’ex magistrato a una triste conclusione: l’uomo cui avrebbe dovuto rendere omaggio è persona di grande pochezza e falsità e merita di essere smascherata. In un intricato quadro di eventi, la ricerca della verità a qualsiasi costo procede incessante, oltre ogni intimidazione o ricatto: l’obiettivo principe è dare senso alla storia, a partire proprio dal caso di un singolo abitante di Candora. Non manca poi un chiaro riferimento alla storia dell’umanità, al passato e al presente, nel ricordo delle tante vittime dell’odio e dell’umana insensatezza. Tra i temi affrontati, infatti, spicca quello della miseria umana, descritta come una forza imprevedibile, brutale e priva di coscienza, resasi storicamente responsabile di gravi delitti contro l’umanità, uno per tutti la Shoah. A questo macrotema se ne ricollegano altri tra loro connessi: la sete di potere, la brama del controllo, il conformismo, l’ipocrisia e l’adulazione dei potenti, tutti vizi nazionali che l’autore condanna duramente servendosi dell’ironia. Peculiarità del romanzo è la puntuale caratterizzazione di personaggi e luoghi, che consente alla fantasia del lettore di prendere una direzione precisa e di ancorarsi maggiormente alla realtà. La penna di Cacopardo è colta ma volutamente non erudita ed è orientata al realismo, il quale, sconfinando nella beffa e nell’irriverenza tipiche della commedia, smorza la drammaticità del genere crime.
Qualche nota sullo scrittore.
Domenico Cacopardo è uno degli autori più apprezzati nel panorama letterario contemporaneo: a consacrarlo al successo i suoi numerosi romanzi ambientati in Sicilia e, solo di recente con “Pas de Sicile”, in Emilia. Dopo una brillante carriera in magistratura, si dedica interamente alla narrativa, a cui approda dopo una ricca produzione di scrittura iniziata con articoli e monografie a carattere giuridico. Molte anche le collaborazioni con quotidiani e periodici.