Lo scorso 7 gennaio la bandiera italiana ha spento 227 candeline e stamane, in via del tutto eccezionale, è stata celebrata nel foyer del Palacultura la Festa del Tricolore, che quest’anno, in considerazione della coincidenza con la giornata domenicale, a Messina è stata rimandata di tre giorni per consentire agli studenti degli istituti superiori di prendervi parte al rientro dalle vacanze natalizie. La manifestazione è stata promossa dall’amministrazione comunale, d’intesa con la Prefettura e le Associazioni di Insigniti Onorificenze dell’O.M.R.I, l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

L’evento commemorativo si è aperto con le note dell’inno di Mameli, cui sono seguiti i saluti istituzionali della prefetta di Messina Cosima Di Stani, del sindaco Federico Basile, del dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Stello Vadalà, del presidente regionale A.N.C.R.I. Pietro Bongiovanni, del presidente nazionale A.N.I.O.M.R.I.D Francesco Salvatore Frazzetta e del presidente dell’Istituto Nastro Azzurro – Federazione provinciale di Messina Biagio Ricciardi. A moderare i lavori la vicepresidente nazionale A.N.I.O.M.R.I.D Silvana Paratore; tra i relatori intervenuti il tenente Sebastiano Castorina del 24 Rgt. Art. Terrestre “Peloritani”, che ha dibattuto in materia di “Patria e Nazione per un nuovo Risorgimento italiano. Il significato della Bandiera per le Forze Armate” e il professore Luigi D’Andrea, docente dell’Università degli Studi di Messina, che ha trattato il tema “Il tricolore simbolo dell’Unità Nazionale”.

Il vessillo come simbolo di appartenenza e testimonianza della storia del Paese: questo il file conduttore che ha guidato gli interventi del momento celebrativo odierno, nel corso del quale non sono mancati riferimenti a quei valori civili e morali che, nel segno dell’orgoglio patriottico, devono orientare ogni italiano nella vita di tutti i giorni. Un omaggio al Tricolore, ma anche e soprattutto un momento di riflessione sul rapporto inscindibile che lega la bandiera nazionale alla Repubblica, magistralmente condensato nelle parole – oggi ricordate durante la manifestazione – di Oriana Fallaci: “La Patria non è un’opinione o una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. È un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno.”

Istituita dalla legge n. 671 del 31 dicembre 1996, la Giornata del Tricolore trae origine dalla volontà di celebrare il bicentenario della nascita a Reggio Emilia della bandiera italiana: era il 7 gennaio 1797 quando la Repubblica Cispadana, Stato napoleonico nato l’anno precedente e dipendente dalla Prima Repubblica Francese, adottò ufficialmente il Tricolore come suo vessillo. Risale a diciott’anni prima, esattamente al 21 agosto 1789, la prima apparizione dei tre colori nazionali, che comparvero per la prima volta a Genova sulla coccarda italiana circa un mese dopo lo scoppio della Rivoluzione Francese; l’11 ottobre 1796 furono utilizzati per la prima volta a Milano su uno stendardo militare, ma per l’adozione ufficiale da parte dello Stato italiano si dovette aspettare il 7 gennaio 1797: da quel giorno, per il Tricolore, sono trascorsi ben 227 anni.