Riceviamo e pubblichiamo:
Quella che pomposamente è stata definita con annunci trionfalistici “isola pedonale” non è altro che una “area pedonale” limitata che riguarda solamente un tratto di un importante asse viario cittadino, quale il Viale San Martino.
Perché le vere “isole” pedonali, come si evince dallo stesso termine utilizzato, sono ben altra cosa; ed in tutte le città e cittadine che le hanno istituite si estendono per larga parte dei vari “centri storici”.
E quella della nostra città, al confronto, appare come una soluzione raffazzonata, al pari di altre iniziative ed interventi che riguardano la viabilità, che vengono realizzati senza una visione d’insieme. Ed è a causa di tale logica gestionale approssimativa che la parte del viale San Martino area pedonale viene adibita ad “area espositiva” di determinate concessionarie di auto ed altri mezzi di trasporto privati.
Ma a ciò va aggiunto il modo assurdo di “concepire” le vie laterali e limitrofe a tale pseudo “isola”, che stanno portando ad una irrazionale riduzione della sede stradale per vari fattori e scelte .A partire dai “dehors” di ritrovi e locali vari che occupano parti delle sedi stradali, non tenendo conto di caditoie e canali di deflusso della pioggia, o degli estesi lavori per il progetto ” forestaME” (che dovrebbe prevedere alberi di alto fusto) che, a differenza di tanti altri Comuni che hanno avuto accesso agli stessi fondi strutturali, vede l’ impiantatura degli alberi sulla stessa sede stradale, e che rischieranno di essere soffocati dalle auto parcheggiate a poca centimetri di distanza.
Ma al di là di tali aspetti va evidenziato che le modifiche che sono state apportate al “piano di viabilità” avrebbero dovuto tenere conto da certe esigenze di “protezione civile” proprie della nostra realtà territoriale.
Perché è evidente che la riduzione delle corsie per i parcheggi, la pista ciclabile e per i cordoli realizzati in alcune vie importanti e centrali insieme ad altri lavori di ampliamento di marciapiedi in certi incroci, che hanno portato ad una”restrizione” di molte vie cittadine non tengono conto delle situazioni di emergenza che si potrebbero verificare; sia perché Messina è una città ad alto rischio sismico, che per possibili alluvioni ,già purtroppo tragicamente sperimentate in passato, derivanti dall’ormai incontestabile cambiamento climatico.
E come in questo, come in altri settori, sarebbe opportuno che chi amministra la comunità messinese tenesse presente più le reali esigenze della collettività, che l’ entità della “spesa pubblica” che più volte non risponde a tali esigenze ed al “bene comune”.
Gruppo di iniziativa e resistenza civica ” RispettoMessina“