Dopo non l’episodio ma il  grave “fatto” che ha convolto Fabrizio Bertè ci si chiede stupiti: “Ordine dall’alto” o “Eccesso di zelo” ?
Mentre attendiamo di conoscere la posizione della Prefettura e della Questura non possiamo che esprimere solidarietà  al collega Bertè ed invitare tutti (cittadini, partiti, sindacati, Enti locali) ad una presa di posizione chiara a tutela della libertà di stampa e di manifestazione del pensiero.
Ieri a Messina si è affrontata una pacifica manifestazione in modo repressivo, si è impedito ad un giornalista di fare il proprio lavoro: PERCHE’ ?

“L’Ordine dei giornalisti Sicilia esprime solidarietà al collega Fabrizio Bertè, fermato e perquisito oggi dalla Digos, quindi trattenuto in Questura e rilasciato dopo circa due ore. L’accaduto mentre il giornalista del quotidiano la Repubblica Palermo stava recandosi in via Garibaldi, a Messina, per documentare una manifestazione di protesta di aderenti alla campagna “Fondo riparazione” promossa dal movimento Ultima generazione.

Il giornalista, mentre stava parlando con uno degli aderenti all’iniziativa, è stato portato in Questura, sottoposto a perquisizione e rilasciato dopo un paio d’ore. La sequenza dei fatti ha materialmente impedito a Fabrizio Bertè di svolgere il suo lavoro. Un episodio su cui l’Odg Sicilia chiede sia fatta luce, ribadendo ancora una volta che il diritto di cronaca è sancito dall’articolo 21 della Costituzione”.

Graziella Lombardo, per la  Figec Messina: “La Federazione esprime piena solidarietà al collega di Repubblica Bertè, perquisito e trattenuto dalla Digos negli uffici della questura, “reo” di svolgere appieno il diritto-dovere di cronaca cui ogni giornalista è chiamato a rispondere nell’ambito di una professione sottoposta, mai come ora, a continue intimidazioni tese a mettere il guinzaglio all’informazione. Il giornalista, infatti, stava parlando con un attivista di “Ultima generazione” per documentare la manifestazione di protesta che si sarebbe svolta da lì a breve, quando è stato fermato dagli agenti a cui non è bastata la consegna dei documenti di identità, compreso il tesserino di iscrizione all’Ordine dei giornalisti e nemmeno la disponibilità a fare perquisire lo zaino.
Figec, nel ribadire pieno rispetto del lavoro delle forze dell’ordine, chiede uguale rispetto per il lavoro di chi fa giornalismo in maniera corretta al servizio dei cittadini”. https://5d0328c5ca7f25a0c0b26071300bb844.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-40/html/container.html

La Repubblica: “Nel verbale notificato al giornalista è stato scritto che si accompagnava a un soggetto noto per aver posto in essere nel recente passato manifestazioni non preavvisate con gravi ripercussioni sull’ordine pubblico. La perquisizione dava esito negativo”.