È stata inaugurata ieri pomeriggio al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro”, la mostra di Giovanni Oteri “Neri per Caso”, alla presenza dell’artista, del Presidente del Teatro, Orazio Miloro, della Professoressa Caterina Ciolino, che ha curato i testi in catalogo assieme a Nino Principato, e il curatore Giuseppe La Motta.

Si legge in catalogo: “Giovanni Oteri in arte G8 nasce a Messina il 16/07/1949, già artista. G8 ha un idea precisa di quello che vuole ottenere, nega l’esistenza del caso, per ottenere l’aspetto che una particolare opera deve avere, si serve del suo corpo, delle sue mani nude, unito al viscoso scorrere del colore, alla forza di gravità e al modo in cui la tela o la tavola assorbe la vernice, si muove attorno all’opera, spruzzando, spatolando, facendo colare e fondere fra loro le tinte ancora fresche, ottenendo dei risultati, a volte anche imprevisti, e si ferma quando vede ciò che vuole vedere.

Le sue opere sono esposte in numerose case private di amici che hanno dimostrato di apprezzarle. Giovanni Oteri G8, come Pollock è amante delle macchine sportive, ma rispetta i limiti di velocità come Pollock ama la buona cucina ed il buon vino, ma non beve se non a tavola e non più di un bicchiere”.

La collezione NERI PER CASO nasce da un esperimento artistico sulla ceramica nera: l’artista prova a spiegare che scegliendo la materia, la polvere è diventata un elemento pittorico sostituendo la sabbia vulcanica, e anche la tecnica pittorica è stata in parte modificata, rendendola più morbida, quasi ammorbidito. liquido come lava che scorre.

Sul versante espressionista astratto, la pittura speciale del G8 rompe tutti gli schemi spaziali della pittura tradizionale: ogni colore sviluppa un proprio ritmo, portandolo alla massima intensità e singolarità del proprio timbro; l’action painting di G8 è esattamente paragonabile alla musica jazz, in quanto arte in grado di  abbatte tutti gli schemi melodici e sinfonici tradizionali, il “film d’azione” del G8 rompe tutti gli schemi spaziali della pittura tradizionale. La sua è una pittura “gestuale” perché la figurazione pittorica è strettamente legata al gesto fisico che il pittore compie in completa identificazione con l’opera che ha realizzato.