La Corte dei Conti ha messo in discussione lo svecchiamento della flotta di Rete Ferroviaria Italiana che grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avrebbe dovuto acquistare nuovi traghetti per l’efficientamento del servizio pubblico offerto. A protestare è la Uil che non ci sta e parla di “scippo politico” nei confronti non solo di siciliani e calabresi.

Il Ponte sullo Stretto che non c’è sembrerebbe stia creando problemi ancor prima della posa del primo mattone. Infatti, la Corte dei Conti sembra essere stata chiara nei confronti di MIT e RFI “urge definire tempestivamente le linee strategiche che possano utilizzare nel modo più efficace possibile il budget stanziato per il rinnovo della flotta di Rfi, secondo criteri che tengano conto della possibilità di non utilizzare più le navi nello Stretto o di utilizzarle in misura minore, ove il Ponte entrasse in piena funzione secondo i tempi annunciati dal Governo”.

A entrare a gamba tesa nella questione è la Uil Messina che in una nota ha etichettato la questione come “scippo politico” nei confronti non solo del popolo siciliano e quello calabrese ma di tutta la nazione.

 “Non possiamo permetterci di perdere neppure un euro di investimenti nella mobilità marittima sullo Stretto, già da decenni penalizzata e abbandonata da tutti i Governi nazionali degli ultimi decenni – dichiara Michele Barresi, segretario generale della Uil trasporti Messina – perché, ponte o non ponte, il servizio di collegamento marittimo di Rete Ferroviaria Italiana per il passaggio dei treni tra le due sponde dovrà comunque essere assicurato, sia per tutti gli anni necessari alla realizzazione dell’attraversamento stabile, sia per garantire la continuità territoriale nei periodi di possibile inagibilità del ponte, ove questo venga costruito, mentre dovrà comunque proseguire l’attuale collegamento marittimo veloce utilizzato da migliaia di pendolari dell’area metropolitana dello Stretto”.

Qualora le aspettative venissero disattese la Uil Messina si dichiara pronta alla mobilitazione nelle piazze per difendere il servizio pubblico e centinaia di posti di lavoro a rischio.

“La politica metta da parte la logica delle tifoserie contrapposte tra favorevoli e contrari all’opera e si interfacci col ministro Fitto che già dovrebbe relazionare alla Camera in merito ai progetti del Pnrr a rischio di “stop, affinché non vengano sottratti a questo territorio i circa 500 milioni di euro, destinati al rinnovo della flotta Rfi e alla riqualificazione in chiave ambientale dell’esistente -ha concluso Barresi-  perché l’eventuale ennesima occasione perduta confermerebbe quanto accaduto negli anni quando la sola aspettativa della grande opera ha accelerato l’abbandono di servizi, investimenti e infrastrutture altrettanto importanti per questo territorio”.